Offshore, Roca cresce ancora. Ora le aziende associate sono 41

Riunione del consiglio direttivo e approvazione del bilancio di previsione del 2025

Offshore, Roca cresce ancora. Ora le aziende associate sono 41

Stefano Silvestroni, presidente del Roca

Continuano a crescere gli aderenti al Roca, l’associazione nata 30 anni fa dalle imprese ravennati contrattiste dell’offshore e dell’energia che oggi sono leader internazionali anche nella progettazione e costruzione di impianti per la decarbonizzazione e le rinnovabili. Attualmente le associate sono 41 grandi aziende. La continua attenzione e il sostegno degli enti locali (Comune, Provincia e Regione) di cui ha beneficiato il Roca, ha consentito alle imprese di proseguire l’attività e ripartire. Ne ha preso atto con soddisfazione il Consiglio direttivo riunitosi nei giorni scorsi sotto la presidenza di Stefano Silvestroni.

Nel corso dell’incontro è stato approvato anche il bilancio di previsione 2025, che sarà sottoposto all’assemblea già convocata verso metà dicembre. Come socio di OMC srl – insieme ad Assorisorse e Camera di commercio di Ferrara e Ravenna - anche Roca incoraggia e sostiene la prossima edizione di OMC Med Energy, che si terrà a Ravenna dall’8 al 10 aprile 2025 al Pala De André. "Da trent’anni Omc riunisce nella nostra città – ricorda Silvestroni - grandi player internazionali del settore, per raccontare le dinamiche del mondo energetico, promuoverne il progresso e le innovazioni dando voce ai suoi diversi protagonisti". Il Roca sottolinea come il tessuto industriale di Ravenna abbia sviluppato un legame fortissimo con la manifestazione, dimostrato anche dall’ultima edizione 2023 che, nonostante i gravi danni e i problemi logistici causati dall’alluvione, ha riscontrato una ricca partecipazione e sostenuto un vivace dibattito, affrontando i temi del fabbisogno dei cittadini, della sostenibilità ambientale e della sicurezza e competitività degli approvvigionamenti.

Infatti, grazie all’esperienza dei contrattisti di Ravenna, il confronto è stato arricchito anche con proposte di progetti concreti per determinare soluzioni non solo conservative, ma anche migliorative per la ‘salute’ dell’ambiente. "Tra cui, in particolare, - afferma Silvestroni - la cattura e lo stoccaggio della Cos nei giacimenti di gas esausti, anche per rendere meno inquinanti i processi produttivi di beni essenziali per l’economia del nostro Paese e del nostro continente per i quali è impossibile eliminare la produzione di Co2". Sono i cosiddetti settori hard to abate (cementifici, acciaierie, cartiere, vetrerie, imprese siderurgiche e chimiche) altamente energivori nei quali la decarbonizzazione è più difficile.