Offshore, crisi di specialisti : "Occorre aprire il mercato a lavoratori dall’estero"

I settori di attività delle imprese Roca lamentano carenza di manodopera. Intanto oggi il mondo delle cooperative agricole sciopera davanti a Legacoop.

Offshore, crisi di specialisti : "Occorre aprire il mercato a lavoratori dall’estero"

Offshore, crisi di specialisti : "Occorre aprire il mercato a lavoratori dall’estero"

La forte e strutturale carenza in Italia di manodopera e tecnici specializzati in tutti i settori di attività in cui operano le imprese Roca, è stata rilevata "con preoccupazione e con l’auspicio di immediate, chiare e praticabili nuove norme" dal consiglio direttivo dell’associazione di contrattisti e fornitori nel settore offshore riunitosi nei giorni scorsi nei locali della Camera di commercio dove ha sede. "È necessario aprire il mercato del lavoro italiano a qualificati lavoratori esteri che nel pieno rispetto della legge italiana desiderino venire da noi. Il declino demografico è uno dei motivi della carenza di manodopera, con ripercussioni sul sistema industriale e sullo sviluppo delle imprese e richiede un apporto di risorse umane aggiuntive a quelle italiane".

Il consiglio direttivo, oltre alla presa d’atto con soddisfazione della positiva chiusura in utile del bilancio della partecipata Omc srl e della nomina dell’Ing. Francesca Zarri nuovo Chairman della prossima Conference & Exhibition di Omc 2025, ha accolto nuove domande di adesione che portano il numero degli associati a un totale di 39. Forte e da tempo prevalente la presenza femminile nelle posizioni apicali decisionali e gestionali, ma non solo, dell’organizzazione di Omc e in buona parte anche del Roca. È stata, inoltre, rilevata la positività attuale e di prospettiva, per il tessuto economico locale, delle numerose importanti iniziative d’investimento in ambito energetico in corso di realizzazione a Ravenna per diversificare, decarbonizzare e per le rinnovabili. Il riferimento è al rigassificatore della Snam per il quale già da alcuni mesi molte imprese ravennati con centinaia di loro addetti sono attive a terra e in mare per la realizzazione di questo progetto strategico per l’Italia e l’Europa.

Intanto è in subbuglio anche il mondo delle cooperative e dei consorzi agricoli. Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil daranno vita oggi, dalle 10 alle 12, a un presidio di fronte alla sede di Legacoop Romagna in via Villa Glori, mentre una delegazione presiederà l’ingresso su via Faentina 106 a Ravenna. L’iniziativa è accompagnata dalla proclamazione di uno sciopero di categoria, per l’intera giornata di lavoro, a seguito della rottura del tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale delle cooperative e dei consorzi agricoli scaduto il 31 dicembre scorso.

La vertenza riguarda in Romagna oltre 15mila tra lavoratrici e lavoratori. È previsto l’arrivo a Ravenna, per partecipare al presidio, anche di pullman di lavoratori dal territorio faentino; inoltre sono attese delegazioni da Parma, Reggio Emilia e Ferrara. Le trattative si sono interrotte il 13 giugno scorso dopo cinque mesi dall’apertura del negoziato tra i tre sindacati di categoria e Agci, Agrital, Fedagripesca, Confcooperative e Legacoop-Agroalimentare. Lo stop è stato determinato dalle risposte assolutamente insufficienti dalla parte datoriale, rappresentata da importanti aziende dell’Emilia Romagna, in particolare del territorio di Ravenna e Forlì-Cesena, come Magema, Apofruit, Orogel, Amadori, Agrintesa, Granfrutta Zani, Clai, Terremerse, Gruppo Cevico, Caviro, Cafar, Cooperativa agricola cesenate, Gruppo Martini, Copra Gruppo Eurovo.