
Ravenna, 19 aprile 2023 – Le prime foto – a sfondo sessuale, sebbene con adulti come protagonisti – la mamma le aveva viste dopo una telefonata del padre il quale, nel contesto di una burrascosa separazione, richiedeva indietro con insistenza il cellulare che la nonna paterna da circa un mese aveva dato alla nipotina di soli sei anni.

Da un altro cellulare, in seguito, la Squadra mobile ha poi estrapolato altre immagini, forse meno esplicite ma dal contenuto certamente più inquietante: quelle della nipotina stessa in slip, foto che secondo l’accusa la nonna 60enne si divertiva a farle a casa, dopo averle fatto indossare i suoi abiti e le sue scarpe col tacco. La donna si trova ora a processo per detenzione di materiale pedo pornografico, davanti al giudice Natalia Finzi che ieri mattina ha ascoltato i primi testimoni. Tra queste, la madre della piccola, per fatti collocati nel giugno 2020.
Ad allarmarla fu una prima telefonata del padre, il quale le chiedeva se la piccola fosse al telefono perché "la nonna la stava vedendo". Una frase ambigua a seguito della quale la madre afferrò il telefono alla figlia, scoprendo che nella galleria fotografica erano presenti foto dal contenuto pornografico e di vibratori, che avevano destato la curiosità innocente della bambina: "Diceva che voleva quello viola perché le piaceva il colore; io col sorriso, ho cercato di distrarla su altro".
La stessa madre ha poi scoperto la presenza di un account facebook, con nome e cognome della figlia, ma aperto con mail e password della nonna paterna, e nell’immediatezza aveva chiesto l’intervento dei carabinieri che le avevano suggerito di rivolgersi a un avvocato.
Nel settembre 2020 la mamma denunciò per minacce il marito in quanto la tempestava di chiamate perché voleva quel telefono, poi sequestrato dalla Squadra mobile unitamente a un secondo cellulare sempre in uso alla nonna e ad altri supporti informatici come schede di memoria e chiavette usb. In questi ultimi non è stato trovato nulla di anomalo, solo foto di famiglia e di matrimonio. Dal cellulare, invece, sono saltati fuori gli scatti più choccanti, sui quali riferirà un poliziotto nel corso delle prossime udienze.
Sempre ieri è stata sentita la psicologa che seguiva la bambina, su richiesta dei genitori durante la loro separazione, quindi da prima di quell’episodio. Proprio una segnalazione dei servizi di neuropsichiatria infantile aveva dato il via all’indagine della Mobile.
"La piccola – ha detto la psicologa – era molto agitata. Quando le chiedevo di parlare di quelle foto, lei si ritraeva. Le diedi un foglio e mi scrisse “ero nuda”. Raccontava che la nonna paterna le faceva indossare i suoi vestiti, e la cosa la divertiva anche, poi però aggiungeva che “facevamo brutti giochi“, senza specificare di che giochi si trattasse. Non potevo insistere perché tendeva ad agitarsi ulteriormente".
Prossima udienza a maggio, con i consulenti tecnici di parte che hanno visionato quelle foto.