Non voglio parlare direttamente della visita dei reali nella nostra città, anche perché l’hanno già fatto in tanti. Comunque apprezzo diversi aspetti della cultura e della storia inglesi, non ultimo certamente l’aver combattuto per la nostra liberazione dal nazi-fascismo con le forze armate del Commonwealth, qui a Ravenna soprattutto canadesi, e gruppi di partigiani, e allora vorrei esprimere alcune considerazioni.
Come estimatore della nostra lingua, mi pare che oggi abusiamo un tantino nell’uso di inglesismi, soprattutto per i termini tecnici ma non solo Sembra faccia chic usare parole straniere, e fa sorridere sentire certe signore dire ripetutamente, OK anziché va bene o, perché no?, benesum o altro, nel nostro vecchio dialetto. Oggi poi fa chic che anche in alcuni bar della nostra città si possa fare una “colazione all’inglese”, e chi è stato nei paesi del Nord Europa, sa cosa aspettarsi. Ma i nostri nonni, che si alzavano di buon’ora per il duro lavoro dei campi, non mangiavano forse a colazione uova con pancetta (che non è certo il bacon inglese), o addirittura aringa e quant’altro? Più raffinata la colazione inglese, direte voi, e oggi si marcia con yogurt, mirtilli, miele. Ma, è il caso di dirlo: niente di nuovo sotto il sole.
I nostri vecchi, la sapevano lunga; e magari, già di primo mattino, un bicchiere di vino genuino dava loro il la per la giornata. A volte la stanchezza del duro lavoro portava gli individui ad eccedere col frutto della vite, salvo poi bere e’ mëz ven (vino annacquato) che non era certamente l’ideale. Ma parlando poi di inglesi, niente da dire sulla moda che, soprattutto negli anni ’60 del XX secolo, ha visto la prima minigonna e stivali di gomma o scarpe idonee per la pioggia, per non parlare delle borse. Nell’ambito della musica, come non ricordare i Beatles che hanno fatto impazzire generazioni di giovani anche italiani, così da imitarli, o i Rolling Stones e David Bowie, o, i più recenti Sting e Amy Winehouse per citare solo qualche nome. Ma se non troppe cose ci accomunano agli inglesi, una fondamentale c’è: l’amore per la libertà e la democrazia, e non è poco. Naturalmente noi ravennati siamo onorati di questa visita, avvenuta anche all’insegna del nostro Dante e del loro Lord Byron, che come sappiamo, al di là del fatto che ne abbia combinate diverse, tanto da venir espulso dall’Inghilterra, resta comunque un grande poeta romantico.
Nevio Spadoni