Cuochi, camerieri, lavapiatti. Sono ancora questi i profili più richiesti dalle imprese del commercio ravennati che cercano e non trovano. E se gli esercenti soffrono, non vanno meglio gli artigiani come dimostra una indagine che la Cna di Ravenna sta svolgendo tra i suoi iscritti. È passata l’estate ma la musica non cambia nel mercato del lavoro; che è in sofferenza per il settore della ristorazione, alla vigilia del Natale, ma vede caselle vuote anche nel mondo dell’impiego mentre qualcosa sta migliorando nel mondo della logistica portuale.
"E questa della difficoltà di trovare impiegati – spiega Elisa Spadoni, responsabile del Cescot-Confesercenti di Ravenna – è forse la maggiore novità di questo periodo perché si nota la presenza di annunci di ricerca di personale impiegatizio nel settore della contabilità e amministrativo. Si tratta di posizioni anche a tempo indeterminato. Per cui ad andare in sofferenza non è solo la ristorazione. E ci sono annunci fermi anche da settembre a dimostrazione del fatto che in questo comparto i tempi di ricerca non si stanno abbreviando".
Ma, come dicevamo, anche le imprese artigiane soffrono: "Il 65% dei nostri iscritti e noi rappresentiamo 47 mestieri – spiega il presidente provinciale di Cna Matteo Leoni – lamenta difficoltà nel reperire il personale; per il 35% il problema sta nell’assenza di adeguate competenze, segue la difficoltà dei lavoratori ad accettare orari di lavori flessibili e poi, in cosa, ci sono problemi di natura economica legati alle retribuzioni".
Inoltre, prosegue nella sua panoramica del mondo del lavoro il presidente provinciale di Cna, "dobbiamo lavorare molto sulla creazione delle competenze che ci servono e stiamo battendo gli istituti scolastici e creando percorsi formativi ad hoc. Poi c’è il problema dei problemi che è quello demografico: oggi ogni 100 giovani ci sono 213 anziani e nel 2024 saremo a quota 313. Il saldo delle nascite è garantito solo dai nati da genitori stranieri ma servono adeguate politiche di welfare". Migliora, invece, la situazione della logistica presso il Porto di Ravenna.
"Dalla fine di settembre – osserva il direttore della Compagnia Portuale di Ravenna Denis Di Martino, 370 soci lavoratori, 70 lavoratori in somministrazione e quasi 50 meccanici – abbiamo notato un aumento dell’offerta di lavoro, forse per il venir meno delle attività estive; sta di fatto che dieci giorni fa sono entrati in campo una decina di persone tra i 20 e i 40 anni e consideriamo di doverne trovare un’altra decina a inizio 2025".
E se "fino a qualche anno fa l’80% del lavoro era di fatica fisica, oggi – spiega Di Martino – il lavoro del portuale assomiglia più a quello di un tecnico della mobilità che non a quello dello scaricatore che, pure, all’inizio, esiste".
Dove invece i profili continuano a mancare (e purtroppo il problema è lo stesso da diversi anni, come denunciano gli imprenditori del settore) è nell’autotrasporto. "Siamo ancora in difficoltà – spiega Veniero Rosetti, presidente del Consorzio Consar, 135 milioni di ricavi e oltre 800 automezzi sulle strade e 390 imprese associate – a trovare autisti. Bisognerebbe che il governo lavorasse a un progetto di formazione degli immigrati. Oggi i nuovi ingressi di italiani nel settore sono pochissimi e dobbiamo guardare all’Est Europa ma anche all’Africa".
Giorgio Costa