Per Brunilda Kumria la nascita della sua seconda figlia ha il sapore di una vittoria, e infatti lei e il marito Alket l’hanno chiamata Victoria. La piccola compie dieci mesi oggi, è nata grazie alla procreazione assistita a Lugo.
Perché questa scelta?
"Abbiamo un’altra figlia di 14 anni, Emma. È affetta da talassemia e visto che volevamo avere un altro figlio abbiamo deciso di sottoporci a questo percorso per evitare che potesse nascere con la stessa malattia".
Come siete venuti a conoscenza di questa possibilità?
"Me lo ha suggerito la mia ginecologa, mi ha spiegato che ora si può effettuare una diagnosi pre impianto per scongiurare l’eventualità della malattia. Sapevamo della possibilità della procreazione assistita, ma non credevo si potesse accedere alla diagnosi pre impianto, immaginavo fosse un percorso a pagamento, in cliniche private".
Quando è iniziato il percorso?
"Ci siamo rivolti al centro 5 anni fa. Prima gli esami genetici, poi siamo andati avanti".
È stata una decisione difficile da prendere?
"No, perché io e mio marito eravamo determinati, e anche nostra figlia più grande, Emma. Desideravamo tantissimo un altro figlio e allo stesso tempo non volevamo succedesse nuovamente quello che era successo con Emma".
E come è stato il primo approccio con il centro?
"Le dottoresse sono riuscite a trasformare il percorso in qualcosa di semplice. Mi sono sentita accolta e profondamente a mio agio come donna. Purtroppo ho avuto modo di conoscere diversi ospedali nella mia vita, ma l’accoglienza che ho trovato a Lugo non l’ho trovata altrove. Mi ha colpito il fatto di aver incontrato anche tante coppie senza figli. Mentre noi avevamo già nostra figlia maggiore".
a.cor.