Gli avvisi per quella furia che si stava abbattendo sull’intero territorio ravennate, erano stati molteplici. E l’invito per le aree più a rischio, era stato perentorio: uscite di casa. In quanto ai soccorsi, c’erano stati e, nei limiti del possibile in quelle condizioni meteorologiche, avevano cercato di salvare quante più vite possibili.
Sono, in buona sostanza, le motivazioni con le quali la procura ha chiesto l’archiviazione per i singoli fascicoli aperti per le persone morte nel corso dell’alluvione di fine maggio. A questo punto dovrà essere il gip ad esprimersi sulla eventuale definitiva archiviazione, ferma restando la possibilità nei tempi previsti dalla legge per i familiari dei defunti di opporsi chiedendo ulteriori verifiche. In ogni caso, su quegli angoscianti giorni di fine primavera, resta il fascicolo principale: quello aperto contro ignoti dal procuratore capo Daniele Barberini per disastro colposo.
E anche per quanto riguarda i singoli decessi, il pm di turno in quei giorni - Angela Scorza - aveva aperto i fascicoli contro ignoti. O meglio: i fascicoli, inizialmente aperti senza ipotesi di reato (modello 45 per gli addetti ai lavori), in un secondo momento erano passati sotto l’ipotesi di omicidio colposo contro ignoti (modello 44).
Storie molto diverse tra loro: chi era morto annegato nel suo letto; chi era rimasto intrappolato all’interno del proprio appartamento; chi aveva perso la vita scendo dal proprio veicolo; e chi era deceduto folgorato mentre cercava di salvare un elettrodomestico dall’allagamento. Unico però era il filo rosso che le legava: l’alluvione.
Le vittime censite in una manciata di giorni dalla prefettura, erano state sette a partire dall’ultimo corpo recuperato a Belricetto di Lugo dai sommozzatori: quello di Fiorenzo Sangiorgi, 68 anni, residente a Fusignano e trascinato via dalla furia delle acque dopo essere presumibilmente sceso dal suo furgone inondato.
Nella lista figurano a seguire la 92enne Neride Pollini, trovata annegata nella sua abitazione di Sant’Agata sul Santerno. Nel piccolo comune bassoromagnolo era morto pure Giovanni Sella, 89 anni, con problemi di deambulazione e annegato nel suo letto nonostante i disperati tentativi della consorte di salvarlo. Troviamo quindi il 79enne Giordano Feletti di Faenza recuperato senza vita in giardino ricoperto di fango; il 75enne Giamberto Pavani residente a Castel Bolognese ma originario di Ferrara e morto intrappolato in casa; e infine i coniugi di Chiesuola di Russi Dorotea Dalle Fabbriche e Delio Foschini di 71 e 73 anni, presumibilmente deceduti folgorati mentre cercavano di spostare un congelatore dal piano terra della loro abitazione ormai invasa dalle acque alluvionali.
Andrea Colombari