Negozi chiusi e degrado al Borgo San Biagio

Edifici abbandonati, aree verdi non curate. Ma, soprattutto, tante saracinesche abbassate. Il nostro tour lo ha documentato

Negozi chiusi e degrado al Borgo San Biagio

Negozi chiusi e degrado al Borgo San Biagio

Nato come Castra durante l’Impero Romano ai lati del canale Naviglio, odierna via Maggiore, il quartiere ha poi cambiato diverse denominazioni. Dal 1890 era il Borgo Aurelio Saffi, ma è conosciuto dai ravennati come Borgo San Biagio per la presenza della parrocchia cittadina realizzata nella parte antica del quartiere. Attualmente per dimensioni e numero di abitanti è uno dei principali della città e si è sviluppato lungo l’asse via Faentinavia Maggiore. Recentemente alcune situazioni sembrano in via di soluzione, ma restano diverse problematiche.

Nello storico Centro San Biagio di via Cavina, realizzato nel 1979, la galleria si mostra con molte vetrine vuote alcune attività sono state occupate da uffici o associazioni sportive, mentre le insegne di ristorante etnico, discopub e un bar sono spenti da tempo. Evidenti le criticità anche nel parchegg+++io a servizio del centro commerciale, causate dalle radici dei pini che hanno sollevato l’asfalto in piazza Nenni e in via Salietti. Un problema, quello delle radici, diffuso nel borgo. Ad esempio nel vicino parco del Fagiolo, l’anello in asfalto è piuttosto rovinato, ma anche diverse strade, piste ciclabili e marciapiedi sono ammalorati. Per tornare ai centri commerciali, nel più recente Centro La fontana, realizzato su due piani nel 1993 fra via Brunelli e vicolo Tacchini, vi sono spazi vuoti oppure occupati da uffici, centri medici e attività sportive. C’è chi chiede questi spazi possano essere trasformato in servizi igienici, dal momento che il supermercato ne è privo. È invece chiuso da tempo il ristorante, mentre la fontana in mosaico dedicata a Galla Placidia, all’esterno del complesso e dalla quale il centro prende il nome, da anni è spoglia e non funziona.

Diversa è la problematica per il Parco commerciale Faentina. Costruito in diverse fasi, è stato gravemente danneggiato dall’alluvione di maggio e sono tutt’ora in corso lavori nelle attività commerciali e ristorative per farlo tornare operativo. Sorge dove la via Faentina si suddivide in quattro carreggiate quindi in un tratto di strada a traffico elevato, dove sarebbe opportuno ripensare ad un attraversamento pedonale e ciclabile in sicurezza per collegare le diverse attività del sito.

Nei pressi del cavalcaferrovia a lato del parco commerciale sono stati forzati gli accessi di una vecchia abitazione gia murata tempo fa per evitare intrusioni mentre, dall’altra parte dello stesso viadotto attorno alla rotonda Spagna, resta il vuoto sterrato e recintato di un demolito distributore di carburanti.

Torniamo alle problematiche delle aree verdi, perché proprio vicino al gia citato Parco Dian Fossey e al ponte appena ristrutturato, in via Zalamella la recinzione del Parco didattico Zappaterra sembra ormai cadere a terra. Poco distante in via Cavina, per rendere il Parco Grishcenko più attraente, era stato unito con il confinante Parco Callegari, un area verde aperta nel 1997 attorno villa omonima ma chiusa da tempo. In realtà, la situazione delle due aree verdi si è ulteriormente aggravata dal momento che non vi sono più stati riposizionati i giochi per bambini che erano stati rimossi, una struttura in muratura distante dalla strada viene utilizzata come dormitorio per senzatetto e il cantiere per il recupero della villa del 1916 con annessa cappella, ha finalmente ripreso l’attività nel 2021 ma procede molto a rilento. Altro storico edificio in preda al degrado è la Villa Ghigi in via Faentina dove sembra essere decaduta la volontà di aprirvi una struttura ricettiva recuperando questa pregevole dimora storica.

Prosegue l’abbandono per la Casa Cantoniera e della propria area verde nella stessa via all’angolo con via Dorese alla quale, per evitare bivacchi sono stati tamponati gli ingressi, e analoga situazione in angolo con via Codronchi dove ormai la fitta vegetazione ha ricoperto un edificio residenziale nel cuore di una zona densamente abitata.

Marco Beneventi