di Andrea Colombari
Proprio oggi avrebbe dovuto compiere 68 anni. E invece Danilo Molducci, per diverso tempo stimato medico con ambulatori a Campiano e a Santo Stefano, è morto dopo un lungo periodo di malattia. Un decesso sul quale tuttavia esistono evidentemente vari dubbi: tanto che la magistratura ha bloccato la salma e ha disposto l’autopsia. L’ipotesi di reato formulata in vista dell’esame autoptico – per il quale verrà conferito incarico domani – è quella di omicidio volontario.
Due i nomi iscritti sul registro degli indagati, entrambi molto vicini al defunto. Si tratta infatti del figlio 39enne Stefano noto ai più per il suo impegno politico (è segretario del Pd di Castrocaro) e della collaboratrice domestica, una 51enne di origine romena, tutti e due ora difesi dall’avocato Claudia Battaglia del Foro di Forlì-Cesena.
Entrambi sono stati formalmente avvisati ieri dell’indagine aperta a loro carico: un atto dovuto che, come tale, dà modo ai due di potere nominare eventuali consulenti medico-legali di fiducia nell’ambito di un accertamento tecnico tipicamente irripetibile quale una autopsia appunto. Il medico legale incaricato dalla procura, dovrà naturalmente chiarire la ragione del decesso: in particolare se è avvenuto quale conseguenza della naturale evoluzione della malattia, come tutto lasciava presagire in prima battuta dato che il defunto da anni era costretto a intensa terapia farmacologica e fisioterapica e faticava a deambulare.
O se invece dietro alla morte del sessantasettenne c’è stato qualcos’altro.
E’ chiaro che sul corpo non sono stati individuati a una prima ricognizione cadaverica segni riconducibili in maniera palese a una aggressione o comunque a una morte inferta con armi da fuoco o da taglio o con corpi contundenti – quella che gli addetti ai lavori indicano come “opera terzi” -: uno scenario che, là dove si fosse presentato, avrebbe evidentemente canalizzato l’inchiesta della polizia verso ben altri binari.
Ecco che allora tra i quesiti ai quali l’esperto nominato dal pm titolare del fascicolo Angela Scorza dovrà rispondere, ci sarà probabilmente pure la possibilità che eventuali situazioni pregresse indotte da altre persone, abbiano portato alla morte del medico: su questo fronte, come di prassi, l’esame autoptico vero e proprio dovrà essere affiancato da accertamenti tossicologici di laboratorio su farmaci e altre sostanze psicotrope.
Per giungere al deposito della relazione finale, occorreranno alcune settimane almeno.
Nel frattempo gli investigatori della squadra Mobile continuano con la ricerca di elementi utili a incasellare definitivamente la morte di Molducci tanto che già sono state ascoltate diverse persone soprattutto a Campiano, la località dove il medico in pensione viveva e dove a ieri in molti ancora non sapevano del suo decesso nonostante il 67enne fosse assai conosciuto per via dei suoi trascorsi professionali.
Una situazione questa che potrebbe dar conto di due differenti scenari: ovvero che, nonostante la sua compromessa situazione di salute, in molti non si aspettassero una evoluzione così improvvisa della sua patologia.
Oppure che il medico in questione, in ragione del suo carattere schivo, aveva lasciato intendere questa sua volontà di riservatezza.
Molducci, che si era iscritto all’ordine dei Medici di Ravenna a fine 1978, si era laureato a Bologna nell’ottobre di quell’anno e si era poi specializzato a Parma nel luglio del 1982 in otorinolaringoiatria e patologie cervico-facciali.
Quindi sempre a Parma tre anni dopo aveva conseguito la specializzazione in idrologia medica.