Inaugura oggi alle 18.30 nella Galleria della Molinella di Faenza una mostra dedicata alla ceramista e pittrice Gianna Boschi, in dialogo con le opere di dieci artisti in qualche modo vicini alle sue sensibilità.
Boschi, nata a Faenza nel 1913, non fu solo la più talentuosa fra le ceramiste e le pittrici faentine della sua epoca: allieva di Giovanni Romagnoli, già nel 1958 diventò docente al Ballardini, dove allora si accedeva per chiamata, voluta dal direttore Tonito Emiliani. Qui si cimentò in particolare nella pittura su maiolica, popolando la superficie della ceramica delle seducenti figure femminili cui amava dare forma: fra i suoi allievi vanno annoverati Aldo Rontini, Guido Mariani, Danilo Melandri.
La villa di Gianna Boschi alle porte della città era un luogo di ritrovo per molti giovanissimi artisti: Rontini e Mariani, allora studenti del Ballardini, l’hanno più volte ricordata come l’incontro con un mondo che nella Romagna dell’epoca era difficile immaginare. "Fu un’epifania, è vero", conferma Rontini. "Vedo ancora davanti a me le opere appese alle pareti del suo studio: c’erano un quadro di Morandi, alcune piccole opere di Chagall, e non lontano delle sculture di Modigliani, e un ritratto eseguito dalla veneziana 6-700esca Rosalba Carriera".
La villa era un luogo non sempre idilliaco: Mariani fu allontanato dal marito di Gianna – reo di avergli dato del tu – il quale non esitò a sparare alcuni colpi di pistola in aria. Episodi ormai avvolti dalla leggenda, così come la vociferata inimicizia che il mondo delle ceramica – una galassia allora tutta al maschile – nutriva per Gianna, o come il legame artistico mai rinnegato con Domenico Rambelli, che nel dopoguerra scontò la sua passata vicinanza al fascismo. Si tratta di alcuni fra i possibili motivi che avrebbero tenuto Gianna sempre lontana dall’aggiudicarsi il Premio Faenza.
La mostra, curata da Giorgio Fiumi, il cui titolo rievoca una nota lettera scritta proprio da Gianna Boschi, vede protagonisti i disegni che l’artista eseguì ispirata dal ‘Gaspard de la Nuit’, volume di Aloysius Bertrand. Alcuni vennero pubblicati nel 1986 a corredo di una traduzione italiana del poema, anno che vide poi Gianna Boschi perdere la vita in un’incidente automobilistico. A quei disegni si ispirano le opere degli artisti in mostra: Cesare Baracca, Massimiliano Fabbri, Innokentiy Fateev, Pietro Lenzini, Danilo Melandri, Nedo Merendi, Alberto Mingotti, Samuel Moretti, Roberto Rago, Aldo Rontini.
La mostra rimarrà visitabile fino al 15 dicembre, martedì, giovedì e sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 19; la domenica dalle 10.30 alle 12.30.