ROBERTO ROMIN
Cronaca

Morto Stelvio De Stefani, fondatore dell’impero automobilistico: una vita ai 100

Si è spento al traguardo del secolo un’icona dell’imprenditoria ravennate, fondatore del gruppo omonimo che ha trasformato l’officina di famiglia in una delle realtà più importanti del settore motoristico

Graziano Parenti, ex presidente dell’Ascom, nel 2006 premia Stelvio De Stefani per i 40 anni di attività (Foto Corelli)

Graziano Parenti, ex presidente dell’Ascom, nel 2006 premia Stelvio De Stefani per i 40 anni di attività (Foto Corelli)

Ravenna, 9 gennaio 2025 – Fino a tre mesi fa, a 100 anni compiuti – era nato a Ravenna il 31 luglio 1924 – almeno una volta alla settimana tornava nel proprio ufficio, in via Dismano. Ieri mattina si è spento Stelvio De Stefani, uno degli ultimi ‘monumenti’ dell’imprenditoria ravennate, capace di trasformare il germoglio a due ruote del padre Evaristo (che nel 1910 aprì una officina di biciclette in via Ravegnana) in una impresa a quattro ruote che oggi si estende in tutta la Romagna, grazie anche al testimone lasciato al figlio Adolfo Cosentino.

Fondatore, nel 1955, e primo presidente del Lions Host Ravenna, Stelvio De Stefani – presidente del Gruppo De Stefani spa fino a ieri – è stato anche presidente dell’Associazione commercianti, in un periodo molto delicato, dal 1970 al 1980. Laureatosi in Giurisprudenza a Bologna nel 1947, in anni complicatissimi post guerra, a 23 anni è entrato immediatamente nell’azienda di famiglia. La ‘bottega’ era quella di palazzo Trincossi, in piazza dell’Aquila, dove il padre Evaristo si era trasferito nel 1930 per vendere i veicoli commerciali col marchio OM, Officine meccaniche. Nel 1945, il primo salto di qualità avvenne con l’acquisizione del mandato per la vendita della Lambretta. Il grande balzo avvenne nel 1957, col trasferimento dell’attività a Ponte Nuovo, mentre l’officina rimase in via Colombo Lolli fino all’anno successivo. “La gente, un po’ rammaricata – ricorda il figlio Adolfo – disse che De Stefani abbandonava Ravenna. Ed effettivamente, Ponte Nuovo sembrava lontanissima...”.

Nel 1966, alla scomparsa di Evaristo, il figlio Stelvio aveva già da tempo in mano le redini dell’azienda, che fu presa negli anni del boom, fino alla definitiva trasformazione in spa, nel 1980 e alla acquisizione del mandato Mercedes-Benz, nel 1985. Il resto è, più o meno, storia recente, a partire dalle aperture delle sedi di Forlì (1990), Faenza (2001), Imola (2006) e Cesena (2012), e dall’acquisizione del mandato Smart (2009). Ma tutto è stato reso possibile da quel marchio di fabbrica che Stelvio De Stefani ha voluto mettere, fin dal suo ingresso. Un marchio di fabbrica che rende immediatamente il profilo, la statura e l’umanità, perché il suo più grande desiderio (“Essere ricordato come una persona buona”) è stato perseguito in tutti gli anni al timone dell’azienda, trattando indistintamente gli oltre mille dipendenti che ha avuto, come se fossero suoi figli: “E i figli – ha aggiunto Adolfo – vanno aiutati nel momento del bisogno. La riconoscenza che ognuno dei dipendenti ha mostrato in questi anni, e anche oggi, nel triste giorno della sua scomparsa, è la diretta conseguenza del suo essere genitore di ciascuno di loro. Al manifestarsi di un problema di vita quotidiana infatti, lui trovava sempre una soluzione, anche economica, per porvi rimedio e garantire i presupposti per un ambiente di lavoro sano e armonico”. Un approccio lungimirante, figlio di una grande apertura mentale, maturata, in particolare, nei numerosi viaggi all’estero (fu uno dei primi, nel 1975, a visitare la Cina) e alimentati dalla grande passione per la lettura”.

La camera ardente sarà aperta oggi dalle 10 alle 18, alla concessionaria di via Dismano, a Ponte Nuovo, mentre le esequie si terranno domani mattina, alle 10, a San Rocco.