REDAZIONE RAVENNA

"Mio padre e la guerra civile". Pennacchi sul palco di Russi

L’attore e drammaturgo stasera alle 20.45 presenta lo spettacolo. Nel monologo vengono ripercorse vicende tra il 1944 e il 1945.

"Mio padre e la guerra civile". Pennacchi sul palco di Russi

Alle 20.45 di stasera si alza di nuovo il sipario al teatro di Russi per lo spettacolo ‘Mio padre. Appunti sulla guerra civile’. Si tratta di un racconto intimo e personale, un monologo con cui l’attore, drammaturgo e regista veneto ripercorre la storia di Valerio Pennacchi, suo padre, attraverso le vicende che lo videro protagonista tra il 1944 e il 1945.

In questo testo – accompagnato dalle musiche dal vivo di Giorgio Gobbo e Gianluca Segato - Pennacchi con nostalgia e toccante ironia, ricostruisce l’esperienza vissuta dal genitore, partigiano, internato e sopravvissuto al campo di concentramento di Ebensee, in Austria. "Domenica 6 maggio 1945, alle 10 e tre quarti, mio padre, nome di battaglia Bepi, mio zio Vladimiro e il tenente degli alpini Stelio Luconi - medaglia d’oro al valor militare in Russia - scoprono di aver vinto la Seconda guerra mondiale. Quando è morto mio padre – prosegue Pennacchi - mi sono svegliato di colpo, come ci si sveglia dopo una festa in cui non ti divertivi e hai bevuto anche il profumo in bagno. È mattina, ti svegli e stai male, ma il peggio è che non ti ricordi niente e c’è un casino da mettere a posto. E tuo papà, che era bravo a mettere a posto, non c’è più. Così sono finiti i miei favolosi anni ’90. La fine di una festa, la nascita di una nuova consapevolezza. Come Telemaco, ma più vecchio e sovrappeso, mi sono messo alla ricerca di mio padre e della sua storia di partigiano, e prigioniero, ma più ancora della sua Odissea di ritorno in un’Italia devastata dalla guerra. Sperando di trovare un insegnamento su come si mettono a posto le cose".