Fognano di Brisighella (Ravenna), 27 settembre 2023 – Il Convento Emiliani occupa ancora oggi l’intera metà occidentale del borgo di Fognano di Brisighella, sull’Appennino romagnolo: la strada che risale la vallata da Faenza, in direzione di Firenze, gli gira attorno facendo una serpentina fra le case di sasso addossate l’una all’altra, consentendo il transito a una sola auto alla volta. Nelle ultime 24 ore la contemporaneità ha fatto capolino all’improvviso in questo borgo di 500 anime fuori dal tempo, nelle forme di quella che diventerà una delle più grandi migrazioni della storia umana, da un lato all’altro del Mediterraneo.
È qui infatti che hanno trovato una sistemazione ventisette dei profughi sbarcati lunedì a Ravenna dalla nave umanitaria Life Support (il ventottesimo uomo a bordo è stato arrestato con l’accusa di essere uno scafista). Nel frattempo il Convento Emiliani cerca di rendere confortevole la permanenza dei richiedenti asilo, quasi tutti siriani, fatta eccezione per alcuni libici. "La prima notte non è stata facile – ammette la madre superiora Marisa Gambi –. Le donne sono visibilmente spaventate, inoltre quasi nessuno di loro conosce altre lingue oltre all’arabo". Fa eccezione Elma, 18enne di Damasco: è lei a raccontare l’odissea del gruppo di migranti, "la partenza da Misurata, i due giorni in mare, la barca alla deriva", e infine il salvataggio, "e quel viaggio verso Ravenna che sembrava infinito". Marisa Bambi e le sue sei consorelle, tutte anziane o molto anziane, hanno risposto alla chiamata della prefettura con la sola parola che conoscono: ‘presente’. "È stato così per l’alluvione, per le frane, per il recente terremoto".
L’assessore con delega all’immigrazione, Dario Laghi, lui stesso originario di Fognano, componente della prima giunta di centrodestra del Comune di Brisighella, spesso non tenera sulle questioni migratorie, nelle scorse ore aveva incassato la notizia dell’arrivo dei profughi nel borgo senza scomporsi: "Ognuno deve fare la sua parte".
È quel che sembra pensare pure Erika Graziani, barista in quella che è una delle poche attività aperte a Fognano: "Sappiamo che si tratta soprattutto di donne con bambini al seguito. Ci auguriamo che le loro difficoltà siano finite, che non debbano soffrire più". Nel frattempo in paese la voce dell’arrivo dei profughi si è sparsa. "Sono ventotto". "No, ventisette". "Vengono dal Nordafrica?" "No, dalla Siria. Ma dicono che vogliono già ripartire". Lo Stato italiano sembra del resto il primo a non credere che i profughi rimarranno qui a lungo. "Non ci hanno parlato di corsi di lingua, e nemmeno di scuole per i bambini", fa notare la madre di alcuni dei più piccoli tra i profughi. Due fratelli, ventenni, ammettono di non sapere neppure dove siano: davanti alla schermata di Google Maps appaiono increduli: "l’Almania", cioè la Germania, sembra vicinissima. In tarda mattinata alcune siriane si avventurano per le strade di Fognano, per una boccata d’aria.
Una di loro indossa il velo integrale, altre l’hijab intorno al viso: i commenti che alcuni uomini di mezza età all’esterno del bar si scambiano a mezza voce sono sprezzanti. Poi succede l’imprevisto: alcuni dei profughi entrano nel bar per acquistare delle sigarette. Con loro c’è un uomo – anche lui siriano, sembrerebbe – arrivato su un’auto con targa austriaca, che i richiedenti asilo sembrano accogliere calorosamente. Molto probabilmente è a bordo della sua auto, senza dare nell’occhio, che alcuni di loro valicheranno il Brennero. "Funziona così – conferma la cooperativa che assiste i richiedenti asilo –, l’ultima parte della traversata è quella in cui i migranti hanno meno possibilità di essere bloccati".
Al convento nel frattempo è già arrivata qualche disdetta. "Aspettavamo quindici visitatori, ne arriveranno quattro – commenta dispiaciuta suor Marisa –, eppure abbiamo spiegato che il monastero è enorme, e che le stanze riservate ai profughi sono quelle della foresteria, separate dal convento vero e proprio". Suor Marisa però non si fa abbattere: "Abbiamo lottato anni per riaprire questo convento, e le sue porte rimarranno aperte".