
L’indagine della Guardia di Finanza era partita nel 2017 da una serie di controlli sul rispetto della normativa sull’Iva
Si è aperta ieri l’udienza preliminare del processo per bancarotta fraudolenta che vede coinvolge i legali rappresentanti della Mib Service srl di Ravenna, l’azienda fornitrice di manodopera per ristoranti e locali notturni della Riviera già finita al centro della maxi inchiesta della Finanza che ha portato a processo una sessantina di imprenditori del turismo, tra albergatori, ristoratori, titolari di stabilimenti balneari, discoteche e locali molto noti. Mib Service e molti degli imprenditori coinvolti sono accusati di associazione per delinquere finalizzata a mettere in piedi un vasto sistema di reati fiscali basato sulla somministrazione illecita di manodopera, emissione di false fatture, finti liceziamenti per ottenere la disoccupazione, con conseguente truffa ai danni dell’Inps.
Il filone fallimentare della Mib Service, invece, vede imputati un 42enne di Forlì, difeso dall’avvocato Marco Guerra, e un 50enne di Faenza, assistito dall’avvocato Maria Cristina Colonnelli. La parte offesa è rappresentata dalla stessa Mib Service, attraverso il curatore fallimentare tutelato dall’avvocato Guido Pirazzoli. L’accusa principale riguarda la bancarotta per distrazione: i due imputati avrebbero dissipato oltre 1,8 milioni di euro, anche per operazioni immobiliari nell’ambito del progetto Darsena. Di questa somma, 225.000 euro sarebbero stati utilizzati per acquistare un lotto edificabile in via Perilli, successivamente ceduto alla società Le.Ma, riconducibile agli stessi rappresentanti della Mib Service. Un altro milione e mezzo di euro sarebbe stato trasferito alla Le.Ma mediante pagamenti non giustificati, fino a portare la Mib al fallimento. A questi capi d’imputazione si aggiungono ulteriori reati fallimentari, tra cui la mancata richiesta di fallimento già nel 2018, nonostante l’evidente dissesto economico. Il ritardo avrebbe aggravato la crisi finanziaria dell’azienda, rendendo irreversibile il tracollo.
Inoltre, tra il 2013 e il 2019, sarebbero state emesse fatture false al fine si consentire agli imprenditori associati – 64 imputati nel procedimento parallelo – per permettere l’evasione dell’Iva e dell’Ires, simulando contratti di appalto e generando plurime truffe ai danni dello Stato, con falsi licenziamenti per ottenere indebitamente sussidi di disoccupazione.
Già nel novembre 2021, la Mib Service era stata colpita da una misura interdittiva, con la nomina di un commissario giudiziario che aveva constatato l’irreversibilità dello stato di insolvenza, proprio a causa di queste operazioni illecite.
L’udienza preliminare è stata aggiornata a metà luglio. L’obiettivo? Tentare una transazione che consenta di risarcire il curatore fallimentare, evitandone così la costituzione di parte civile nel processo. Intanto, l’altro procedimento parallelo, che coinvolge numerosi imprenditori del mondo della ristorazione e dell’intrattenimento della Riviera, si terrà a giugno.
Lorenzo Priviato