Massa Lombarda (Ravenna), 28 agosto 2021 - Chi lo ha visto in carcere a Ravenna, restituisce l’immagine di un uomo frastornato, confuso, disorientato. Il 53enne Alberto Ravara, arrestato dai carabinieri nel primo pomeriggio di giovedì scorso a Massa Lombarda con l’accusa di avere tentato di ammazzare un 31enne marocchino, una cosa però continua a ripeterla: la pistola – dice – lui l’ha strappata dalle mani del suo contendente. Di sicuro sono stati tre almeno i colpi sparati in rapida successione: uno ha fratturato il polso del 31enne, l’altro gli è entrato dall’addome per uscire dalla gamba e l’ultimo è arrivato al ginocchio.
Il punto Tentato omicidio Massa Lombarda, sparatoria sul canale per un debito di droga
Spari potenzialmente mortali che però non hanno raggiunto organi vitali limitandosi a fare danni tutto sommato contenuti: tanto che per il magrebino, portato all’ospedale Bufalini di Cesena, all’iniziale ricovero in Medicina d’Urgenza è seguito il trasferimento in Chirurgia dopo l’operazione all’intestino per una prognosi iniziale di 20 giorni. Per quanto riguarda Ravara, l’udienza di convalida dell’arresto è stata fissata per lunedì mattina davanti al gip Janos Barlotti. Nell’occasione, sarà presente anche il suo avvocato Jessica Bandini oltre al pm titolare dell’inchiesta Monica Gargiulo. A caldo l’uomo ha riferito agli inquirenti che si sentiva letteralmente braccato e minacciato dall’altro. Il motivo? Un debito di droga da almeno 8-10 mila euro. E, almeno in astratto, a sostegno di tale movente ci sarebbero un paio di circostante. Il 31enne, formalmente residente a Lugo ma che ora vive a Sant’Agata assieme alla moglie, ha varie pagine di precedenti per reati legati anche agli stupefacenti: non a caso si trovava in affidamento in prova dopo un cumulo pene di sette anni e un periodo scontato in comunità su istanza del suo legale Nicola Casadio.
E Ravara con gli stupefacenti ha un rapporto di lungo corso tanto da essere seguito da anni dal Sert. Non solo: il 53enne, oltre a segnalazioni di natura amministrativa, si era inguaiato un paio di volte almeno per il possesso di hashish. Tanto che a suo carico risultano due condanne che tra il 2009 e il 2015 gli avevano fruttato in primo grado in complesso circa un anno e mezzo di reclusione. Originario di Nogara - comune del Veronese con poco più di 8 mila anime - Ravara aveva abitato anche a Imola. Negli ultimi tempi viveva su un camper in territorio massese. Il chiarimento tra lui e il 31enne si è verificato attorno alle 15 lungo l’argine che costeggia il Canale dei Mulini.
Nonostante le ferite, il magrebino si sarebbe poi messo all’inseguimento dell’altro urlando disperatamente: "Mi hanno sparato!" per infine accasciarsi al suolo in via della Costituzione a circa 200 metri dal punto della colluttazione. Il 53enne invece ha imboccato via Gramsci dove si è sbarazzato della pistola poi recuperata dai carabinieri della locale Stazione e del nucleo operativo lughese che lo hanno arrestato. Alle 17.30 i militari del Radiomobile di Lugo hanno perquisito l’abitazione del 31enne probabilmente in cerca di eventuali armi o di droga: ma l’esito è stato negativo. Nell’attesa di potere ascoltare il giovane ferito, le indagini proseguono da qui: dall’attribuzione della pistola che ha fatto fuoco.