FILIPPO DONATI
Cronaca

Mezzogiorno l’ora x. Si chiudono le liste. E spunta Miserocchi, possibile settimo nome

Ex dipendente comunale, la lista "nell’ambito delle realtà natatorie insoddisfatte". Intanto i candidati si presentano: le loro proposte per governare la città.

Ex dipendente comunale, la lista "nell’ambito delle realtà natatorie insoddisfatte". Intanto i candidati si presentano: le loro proposte per governare la città.

Ex dipendente comunale, la lista "nell’ambito delle realtà natatorie insoddisfatte". Intanto i candidati si presentano: le loro proposte per governare la città.

Un possibile settimo candidato sindaco è la maggiore novità della giornata di presentazione delle liste elettorali in vista delle amministrative previste il 25 e il 26 maggio: l’ufficialità della presenza di un candidato in più arriverà solo oggi. Nel frattempo c’è già il suo nome, e cioè quello di Maurizio Miserocchi, classe 1952, ex dipendente comunale e alcuni anni fa candidato per il Psi. La lista, che ancora non svela il suo nome, ma si vocifera debba chiamarsi ‘Ravenna al centro’, nasce "nell’ambito delle realtà natatorie della città – spiega Miserocchi – insoddisfatte per la gestione che il Comune ha scelto per la piscina Gambi".

Al di là del clima di sorpresa per il possibile spuntare di un settimo candidato, l’atmosfera a poche ore dalla scadenza della presentazione degli elenchi è di nuovo quella di un tutti contro uno. Per l’ennesima volta Ravenna si presenta alle elezioni con un favorito d’obbligo, e cioè il candidato del Pd, vale a dire il suo segretario Alessandro Barattoni.

Per il Pd nazionale non vincere a Ravenna rimane un’ipotesi neppure pensabile: nella crisi generale del centrosinistra Ravenna è un territorio fuori dalla portata dell’avversario da cui lanciare in futuro la riscossa elettorale. La città è del resto ininterrottamente in mano al Pci-Pds-Pd dal 1969: da allora è passata un’intera era geologica, eppure c’è chi è sopravvissuto all’estinzione di massa che ha travolto la Prima Repubblica. Alvaro Ancisi, 85 anni, il primo candidato sceso in campo contro Barattoni, è forse il consigliere comunale più longevo d’Italia: salvo alcune interruzioni, in cui ricoprì altri incarichi, siede sui banchi dell’assemblea cittadina dal 1967, prima tra le fila della Dc e poi della civica Lista per Ravenna, ora alleatasi a Lega e Popolo della Famiglia.

L’età anagrafica non deve ingannare: nottambulo conclamato – spesso rimane sveglio fino alle 3 o alle 4 del mattino per studiare le carte che approderanno in consiglio comunale – Ancisi ha sposato temi decisamente all’avanguardia, quali quelli per i diritti degli animali, la mobilità dolce, il sostegno alle famiglie che convivono con un figlio affetto da spettro autistico, o il diritto alla casa per tutti. Sul suo nome non c’è però stata la convergenza delle opposizioni. Fratelli d’Italia, Forza Italia e Viva Ravenna, dopo una lunga trattativa, hanno deciso di puntare su Nicola Grandi, al quale tocca l’arduo compito di bloccare il centrosinistra entro il 50% dei voti, per poi tessere una sintesi con la Pigna e la Democrazia Cristiana, capitanate rispettivamente da Veronica Verlicchi e Giovanni Morgese, e dare così vita all’obiettivo dei moderati al ballottaggio. Impossibile? Tutt’altro.

Dalla sua il centrodestra può dire di avere maggiori possibilità di unire le sue quattro anime: più complesso per il Pd sarebbe trovare un accordo con l’agguerritissima candidata di Potere al Popolo, Marisa Iannucci.

Oggi, giorno della chiusura delle liste, si scioglieranno gli ultimi nomi. E si saprà, soprattutto, se la candidatura di Miserocchi si concretizzerà o meno.