
Un progettato investimento di 700mila euro ad opera del Comune (che ne è proprietario) per rigenerare e ristrutturare il circuito crossistico del Monte Coralli e un auspicato ulteriore finanziamento (quattro milioni) nell’ambito del Pnrr per fare del cinquantennale sito sportivo un vero e proprio ‘Parco del divertimento sportivo’ del XXI secolo. Una somma notevole (dell’iniziativa il Carlino ha già riferito qualche settimana fa), ma significativa del fatto di quanto a Faenza sia radicato il moto cross; radici che vengono da lontano, dall’immediato dopo guerra, e che è utile ricordare per comprendere il significato di un investimento così sostenuto in un impianto che è a diversi chilometri dalla città e per uno sport che purtroppo da anni non vede più protagonisti faentini. Insomma, per Faenza il moto cross è un mito che non evapora, legato a tanti nomi, da Gigi Lama a Rino Foschi, a Sergio Poggiali e a quel circuito del Monte Coralli inaugurato nel maggio 1972 e all’epoca ritenuto uno dei più selettivi e avvincenti in Italia. Lo hanno testimoniato per anni le migliaia di persone che si assiepavano lungo il circuito, lo hanno suggellato le molte prove mondiali e tricolori disputate.
Racconta Luigi Rivola, ex corridore in moto, giornalista, scrittore: "Approdato in Italia nel 1913, all’epoca era definito cross country, si diffuse velocemente dopo la seconda guerra mondiale e, per venire a noi, fu così che nel 1948 Checco Costa ebbe l’idea di tracciare un percorso da cross nel parco delle Acque Minerali a Imola. Contemporaneamente a Faenza il ‘circuito dei canali’ per moto (via degli Insorti, Canal Grande, via Firenze, viale Marconi e viale Stradone) diventava famoso per le sue gare, il più veloce dei circuiti cittadini degli anni Cinquanta in Italia. Inevitabile però che anche a Faenza in quegli anni del dopoguerra si sviluppasse la passione per il fuoristrada e la città manfreda finì per specializzarsi proprio su questa specialità, mentre Imola puntò sulla velocità proprio in quell’originario circuito da cross".
"Il primo crossista faentino fu Amleto Bugli – continua – con la sua Norton R 30, una moto da strada modificata con gli pneumatici in cui Bugli aveva inserito viti e bulloni per la presa sulla terra. Non c’erano moto specializzate per il cross all’epoca. Poi c’erano Francesco Liverani, Angelo Montevecchi, Alfiero Bentini e ancora Gianni Altafini, Romano Castelli, i fratelli Carlo e Vincenzo Caroli, conosciutissimi anche perché vendevano e riparavano trattori nell’officina ai piedi del cavalcavia. Ormai siamo alla fine degli anni 50 e accanto a questi ecco comparire un altro crossista, Rino Foschi, collaudatore alla Fiat Minardi".
Si gareggiava in un luogo in particolare: "Negli anni 50 all’Isola, la spiaggia dei faentini, lungo il Lamone alla confluenza con il Marzeno. Il motore degli eventi era Gigi Lama mitico presidente del Moto Club Faenza, consigliere della Federazione motociclistica italiana, direttore di gara nella velocità, morto nel ’93. Poi negli anni 60 fu tracciata una pista alla Samoggia, lungo la strada che da Santa Lucia va al monte Trebbo".
Nel frattempo erano entrate in commercio le moto da cross, Mondial, Aermacchi, Bianchi, Bultaco, Cz. Racconta Rino Foschi, braccio destro di Lama, per anni direttore di gara sia al cross sia a Imola: "Un giorno Gigi mi chiamò e mi portò da Casale verso Tebano. ‘Ecco, ho trovato il posto per il nuovo tracciato del cross’ mi disse. Era un vasto appezzamento incolto che comprendeva una vallata e poi l’irto pendio della collina, il monte Coralli. Da tempo si pensava a un nuovo tracciato perché la Samoggia era fuori mano".
In quel periodo presidente del Moto Club era già un altro grande personaggio faentino, Sergio Poggiali, cui Lama aveva passato la mano, restando comunque sul fronte. In breve fu registrato il passaggio di proprietà dal contadino al Moto Club: di ogni mossa fu tenuta partecipe il Comune che partecipò finanziariamente all’operazione. Ricorda Foschi: "Gigi mi incaricò di disegnare il tracciato, io andai in giro per l’Italia a vedere altri circuiti e feci lo schizzo. Una pista di due chilometri, con molte curve, unico in Italia". Fu inaugurato la domenica 28 maggio 1972 presenti il senatore Assirelli e il sindaco Gallegati. Anche se i parcheggi vennero realizzati in periodi successivi e gli appassionati erano costretti a lasciare le auto lungo via Casale, il campo era sempre pieno di spettatori. "Era il tempo di nuovi corridori faentini, come Gianni Gulmanelli, Aldino Liverani, Giordano Sangiorgi detto Murcì, Vittorio Badiali" aggiunge Foschi che al campo era sempre affiancato dalla moglie Rosanna Cassani. Col tempo furono attrezzati la pizzeria-ristorante, due tribune, nuove strutture per i tecnici, la stampa, i sanitari e altro personale; fu anche ridotta la lunghezza, mentre un sistema di dieci altoparlanti diffuse la voce dello speaker lungo la pista. Fino agli anni 90 il circuito ospitò gare mondiali e tricolori, ma il declino finanziario del Moto Club segnò la flessione anche del tracciato. Poi il sodalizio ha ripreso quota, ma solo momentaneamente, e fra il 2007 e il 2009 l’impianto (gestito dal Moto Club Monte Coralli), ha ospitato tre prove mondiali consecutive delle classi MX1 e MX2 e altre gare. Ora il circuito dei Coralli si prepara al vero rilancio del XXI secolo.
Carlo Raggi