Ravenna, 28 giugno 2024 – La vicenda legata ai vaccini contro il covid19, ritenuti simulati, gli aveva restituito una decisione di natura disciplinare drastica: la revoca della convenzione con l’Ausl. Mauro Passarini, 67enne originario di Bologna ma residente da tempo a Marina di Ravenna e specializzato anche in ginecologia, ieri mattina si è presentato davanti al giudice del lavoro Gianluca Mulà per chiedere in buona sostanza di tornare a essere quello che una volta veniva indicato come medico di famiglia. Il giudice si è riservato la decisione sia sulla richiesta di sospendere il provvedimento dell’Ausl che sull’ammissione prove.
Alla decisione dell’Ausl, scattata il 15 marzo scorso, era seguito il ricorso dei legali di Passarini, gli avvocati Carlo Benini e Renato Conte. Passarini ha negato di avere compiuto clamorosi falsi sui vaccini sostenendo che, seppur diluiti, li inoculava: e che ciò sarebbe stato sufficiente a fornire una copertura per evitare il contagio da covid19. Una tesi che, a suo dire, sarebbe stata suffragata da recenti studi medici: tanto che la quarta dose di vaccino presenterebbe un indice di diluizione superiore a quello delle precedenti tre. In particolare ai pazienti che glielo chiedevano - vedi i suoi familiari -, avrebbe iniettato il vaccino non diluito. Per altri, più titubanti e timorosi, sarebbe ricorso alle diluizioni. Una linea mantenuta anche in occasione dell’audizione, avvenuta alcune settimane fa, davanti all’ordine dei medici, quando ad attendere il 67enne c’erano diversi suoi pazienti in una una sorta di manifestazione spontanea di sostegno.
Su questo fronte, si è in attesa della decisione disciplinare. Sul punto l’avvocato Benini ha sostenuto che sarebbe sufficiente trasformare la stop cautelare di circa un anno, già scontato da Passarini, nella sanzione disciplinare finale.
Per quanto riguarda il versante penale, il numero degli imputati ammontava a 226: tutti per falso in concorso con Passarini. Il 3 maggio scorso, 24 sono stati condannati in abbreviato a pene comprese tra gli 8 e i 12 mesi; 98 sono stati rinviati a giudizio; 17 sono stati prosciolti; e infine gli altri hanno scelto di patteggiare pene tra i 5 mesi e i 6 mesi e 20 giorni perlopiù convertite in sanzioni pecuniarie tra 800 e 2.100 euro.
In quanto a Passarini, in passato aveva già patteggiato due anni per falso legato alle iniezioni; peculato per via della contestata appropriazione di fiale di vaccino Pfizer; ed evasione per avere parlato il 17 novembre 2021 a un giornalista uscendo di casa mentre si trovava ai domiciliari. La corruzione, contestatagli inizialmente, era invece stata esclusa. Per lui l’arresto della polizia era arrivato il 10 novembre 2021: dopo qualche giorno di cella, era andato ai domiciliari per infine tornare libero con una blanda misura restrittiva. Una volta cessata anche quest’ultima, era tornato medico a tutti gli effetti.