Maxi truffa di fondi europei a persone in difficoltà: come funzionava il raggiro

Promettevano finanziamenti anche a fondo perduto: almeno 500 le vittime in tutta Italia. Per avviare “le pratiche” chiedevano un contributo iniziale. Il capo della banda scovato a Ravenna

Truffa dei fondi europei: quattro arresti della Guardia di Finanza di Faenza

Truffa dei fondi europei: quattro arresti della Guardia di Finanza di Faenza

Ravenna, 9 dicembre 2023 – Quattro uomini arrestati con l’accusa di avere raggirato oltre 500 persone in tutta Italia: promettevano loro l’accesso a finanziamenti erogati dall’Unione Europea, anche in parte a fondo perduto, per fornire liquidità alle imprese o per fabbisogni familiari. In tutto, avrebbero promesso fondi – in realtà inesistenti – per circa 50 milioni di euro a residenti in 13 regioni: Veneto, Trentino Alto Adige, Toscana, Sicilia, Sardegna, Piemonte, Marche, Lombardia, Liguria, Lazio, Emilia Romagna, Campania, Basilicata. In molti casi, i truffatori facevano leva sulle necessità finanziarie delle loro vittime.

Ovviamente, per ottenere i finanziamenti, i malviventi – accustai di truffa e riciclaggio – chiedevano alle loro vittime di versare un compenso, per pagare l’istruttoria necessaria ad avviare la pratica di finanziamento. La complessa indagine è stata portata termine dalla Guardia di Finanza di Faenza che è risalita alle società usate per la maxi truffa che avevano sede a Roma, Viareggio e Cagliari.

Ma il cuore del meccanismo criminale era nel Ravennate: tutti i fondi illecitamente raccolti – tolta di una quota che veniva lasciata a chi gestiva le varie società – veniva sistematicamente riportato in provincia, grazie all’emissione di fatture false da parte della società del capo della banda, ossia – secondo le accuse – Luca Silvestrone, presidente di Confederimprese. Questo meccanismo riusciva a far perdere traccia dei proventi illecitamente acquisiti dalle vittime delle truffe.

Sotto accusa ci sono anche Mauro Nucci, 62enne residente a Castel San Pietro Terme; Stefano Pignatelli, 60enne residente in Sicilia e infine Lorenzo Tellarini, 50enne residente a Lugo.

Svariate le casistiche rilevate: dalla richiesta di finanziamento per compravendite immobiliari, con le vittime che talvolta avevano già stipulato compromessi contando su quelle risorse aggiuntive, a istanze presentate per fronteggiare crisi di liquidità familiare, circostanze in cui per pagare l'istruttoria era stato addirittura acceso un ulteriore prestito a monte.