Poliedrico, ironico e comunicativo: Mauro Andrea era così ed è stato un grande artista, ma non si definiva di certo tale. ’Ancora tu’, la mostra isotto il Voltone della Molinella a Faenza, presso Linea Sebastiano, showroom di elementi d’arredo, presenta una ristretta ma significativa selezione dei suoi lavori (aperta oggi dalle 16 alle 19, domani e domenica 10-12.30, 16-19). "Il titolo – spiega la moglie Cristina Ramenghini – vuole indicare che Mauro Andrea è sempre lui, presente nonostante sia scomparso da 14 i anni; per questa esposizione ho scelto dei lavori significativi che spiegassero il suo percorso artistico".
Le due sale della showroom, infatti, contengono circa una quindicina di opere che vanno dai primi disegni a china, creati puntino su puntino, impiegando mesi per completarli, ai busti idoli in terracotta e oro, per passare poi ad opere dedicate a Lucio Battisti, il suo cantante preferito, fino ad ammirare lavori di dimensione realizzati su carta fatta a mano, dove Mauro Andrea presta la sua mente al computer Michelangelo. Insomma, l’artista è ancora vivo nelle sue opere, che, come spiega Cristina Ramenghini, "sono frutto di un suo bisogno: Andrea aveva l’esigenza di creare lavori sempre nuovi e li faceva per lui, non per gli altri; anche alle inaugurazioni delle sue mostre era sempre imbarazzato, non sapeva cosa dire in più rispetto alle sue opere, che pensava dicessero già tanto di lui".
Le ultime mostre di Mauro Andrea a Faenza risalgono al 2011, una grande retrospettiva al MIC e una complementare dedicata ai disegni a china e alle opere pittoriche alla Bottega Bertaccini. "L’obiettivo di questa esposizione – dice Cristina Ramenghini – è riportare Andrea a Faenza dopo tanti anni e dire "Andrea ci sei ancora"; le due sale sono giocate una sui colori e una sul bianco e nero, proprio per rappresentare le epoche diverse in cui Andrea ha lavorato e per far capire che ha spaziato in vari settori e con vari materiali per trent’anni". E infatti, Mauro Andrea ha creato anche una sua corrente artistica chiamata ’Arte Impura’, non identificandosi quindi mai in nessun’altra, proprio per la sua voglia di lavorare con tanti materiali diversi, quasi sfidando se stesso. "Ha lavorato bronzo, marmo, legno e non solo – dice la moglie – ma nello spazio espositivo ho portato solo una piccolissima rassegna di opere, che mostra che lui utilizzava di tutto per realizzarle perché con i materiali gli piaceva fare quello che voleva. Non conoscevo nessuno di questa showroom privata, mi ha suggerito Cesare Reggiani questa primavera di venire qui; Andrea non era capace di proporre le sue cose e a maggior ragione non sono capace io che sono sua moglie; la mostra rimarrà aperta ancora per diversi mesi, ma senza la disponibilità di uno spazio così bello, che addirittura dà la possibilità di vedere la mostra anche passeggiando fuori di sera, non avrei ancora riportato Andrea a Faenza".
Caterina Penazzi