‘I’M A MOSAIC! Da Severini, Sironi e Fontana a Paladino, Plessi e Samorì’ è il titolo della splendida mostra esposta al Mar (museo d’Arte della città di Ravenna, via di Roma 13) fino al 12 gennaio 2025. Organizzata dal MAR e dall’Accademia di Belle Arti di Ravenna col contributo di Fondazioni ed enti ed il patrocinio del Mur e del Mic, l’esposizione è curata da Paola Babini, Giovanna Cassese, Emanuela Fiori e Giovanni Gardini. L’obiettivo della rassegna è quello di presentare un percorso nell’arte dei secoli XX e XXI della Scuola di Mosaico dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna in occasione del suo centenario (1924-2024). Il linguaggio del mosaico, grazie al Gruppo di Mosaicisti, è diventato uno dei più importanti ed ha reso Ravenna una delle capitali dell’arte nel mondo. Il mosaico, infatti, è utilizzato non solo come opera d’arte ma anche come design, arredo urbano, installazione e scultura.
La mostra comprende 8 sezioni dagli anni ’30 fino a giungere all’attualità. Tra gli artisti degli anni ’30 vanno ricordati: Mario Sironi, Massimo Campigli, Achille Funi, Alberto Savinio, Gino Severini a cui si sono aggiunti poi i mosaicisti Giuseppe Salietti e Ines Morigi Berti. I lavori di restauro dei mosaici erano stati effettuati nei primi anni del ‘900 da Giuseppe Zampiga a cui fu affidato l’incarico di organizzare la scuola del mosaico a cui seguirono, negli anni ’30, Renato Signorini e Giuseppe Salietti, non più solo tecnici ma autentici artisti . Fu proprio alla Scuola del Mosaico guidata da Renato Signorini che vennero realizzate le decorazioni su cartoni e nel 1946 si costituì il Gruppo Mosaicisti con la direzione di Giuseppe Salietti. Sarà però solo negli anni ’50 e ’60 che nascerà la Mostra di Mosaici Moderni con artisti come Afro, Campigli, Capogrossi, Chagall, Guttuso, Mathieu, Vedova, Lucio Fontana. Grazie alle nuove sperimentazioni, il linguaggio musivo raggiunse, negli anni ’80, un linguaggio di maggior vitalità per giungere in questo periodo ad un linguaggio definito da Bonito Oliva ‘Transavanguardia’ in cui il mosaico rappresentava un linguaggio eccellente come si nota negli artisti Sandro Chia, Mimmo Paladino ed Enzo Cucchi. Tutto questo avvenne grazie alla sperimentazione e alla libertà espressiva come dimostrano le opere esposte di Flavio Favelli, Davide Medri, Carlo Pasini, Alessandro Pessoli, Nicola Samorì, Maria Luisa Tadei, Antonio Violetta. Occorre poi ricordare i grandi mosaici esposti in luoghi pubblici di varie città compresi quelli di Ravenna tutti presenti nella mostra anche attraverso contributi audio-visivi come quello realizzato da Roberto Morellini. Da ricordare poi la lectio magistralis di Fabrizio Plessi il quale libera il mosaico dalla staticità e lo rende liquido attraverso videosculture in cui il mosaico perde l’aspetto materiale in relazione al suono, alla luce e al movimento o la videoinstallazione di Davide Maria Coltro in cui il flusso visivo è in continuo cambiamento perciò le tessere musive non sono mai le stesse.
L’Accademia di Belle Arti valorizza oggi il mosaico intrecciandolo coi nuovi linguaggi dell’arte, con le nuove tecnologie, senza però tralasciare la tradizione. In mostra sono presenti opere degli attuali docenti di mosaico, come Silvia Naddeo, Leonardo Pivi, Marco Santi, Daniele Strada, Andrea Chiesi, CaC03, Marco De Luca, Giovanni Gaggia, Flavio Favelli, Mario Nanni, Enzo Tinarelli. La mostra con oltre 100 opere presenta un percorso per conoscere il mosaico dalle origini ad oggi partendo dalle semplice tecnica per raggiungere una forte e singolare identità, aperta sempre verso il futuro. Mostra e catalogo sono curati da un comitato scientifico composta da dieci esperti che hanno raccolto opere provenienti da prestatori pubblici e privati da tutta Italia. Aperta da martedì al sabato 9-18; domenica e festivi 10-19, lunedì chiuso. Biglietto: 10 euro, ridotto 8, studenti 6. Prenotazioni visite guidate 0544-482477.