Questa volta sono entrambi donne: sia la persona accusata di maltrattamenti in famiglia che quella che, secondo le indagini, li ha subiti. Nella fattispecie figlia e madre, tutte e due ravennati: la prima, ultracinquantenne. E l’altra, ultraottantenne. Un caso approdato mercoledì mattina davanti al gup Andrea Galanti e al pm Francesco Coco per la prima delle udienze preliminari. E subito rinviato a dicembre quando il giudice potrebbe disporre per l’imputata, difesa dall’avvocato Samuele De Luca, una perizia psichiatrica.
Del resto le condotte attribuite dall’accusa alla donna sono tali e sproporzionate - a una prima lettura senza giustificazione minimamente plausibile -, da indurre a pensare alla necessità di un vaglio medico. A complicare il tutto, il possibile abuso di alcol. Tanto che, secondo l’avviso di conclusione indagine, l’imputata aveva agito proprio in stato di ubriachezza abituale.
I maltrattamenti, sulla base di quanto delineato dalle verifiche coordinate dalla procura, sono andati avanti per due anni: e cioè dal 2021 e fino al 5 agosto 2023. In quest’ultima occasione la donna era tornata a casa ubriaca: l’anziana madre allora l’aveva rimproverata vedendola in quelle condizioni. Un atteggiamento - prosegue l’accusa - che non era affatto piaciuto alla donna la quale aveva allungato le mani per stringerle al collo della mamma. Poi aveva afferrato alcune delle pagine del giornale che l’anziana in quel momento stava leggendo: le aveva appallottolate e le aveva ficcate a forza nella bocca della madre quasi a volerla soffocare. Quindi con quello stesso giornale, arrotolato a mo’ di mazza, l’aveva colpita su un occhio così forte da farla sanguinare. E da ultimo ecco le minacce di morte: "Dopo averti uccisa, mi butto sotto a un treno". La goccia che aveva fatto traboccare un vaso già colmo di angherie: e così la madre si era decisa a raccontare ogni cosa ai carabinieri temendo per la propria incolumità.
Sulla base di quanto riferito, era emerso che i lamentati maltrattamenti si verificavano anche alla presenza della nipote minorenne (da qui la specifica aggravante). E che gli insulti sarebbero stati pronunciati in diverse occasioni, compresa l’accusa di soffrire di un deterioramento cognitivo. Per paura, era capitato che l’anziana si fosse rifugiata in un’altra stanza e, in un paio di occasioni, avesse allertato le forze dell’ordine. Del resto nell’estate 2023 la figlia l’aveva colpita con una pentola in faccia lasciandole un vistoso livido.