Maltempo, campi allagati e danni alla frutta

Mele e pere a rischio ’crepe’ dopo il cambio repentino del meteo, mentre nella zona di Russi alcuni filari sono crollati per il vento

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Tre mesi di siccità, poi all’improvviso una notte di pioggia con scrosci sostenuti e costanti. Il maltempo è arrivato repentino e improvviso, tanto che ieri mattina sembrava di essere già piombati nell’autunno. E le campagne, soprattutto in Bassa Romagna nella zona più colpita tra Lavezzola, Conselice e Massa Lombarda, si sono risvegliate allagate. Lo stesso è successo anche nella vicina zona di Voltana, Belricetto e Ciribella. Sembra un paradosso dopo mesi di aridità. "Si potrebbe dire che c’è troppo di tutto – dice Franco Folli, vicepresidente Coldiretti Ravenna –. Il fatto che la pioggia sia caduta così in fretta può danneggiare soprattutto la frutta: la pelle si rovina, talvolta si crepa o marcisce. E passiamo così dai problemi legati alla siccità a quelli per la pioggia". Gli allagamenti invece non avranno conseguenze: "In poche ore rientrano e non creano danni, solo qualche disagio per chi deve passare coi mezzi agricoli – prosegue Folli –. Se non altro possiamo dichiarare finita la siccità. Certo, se questa pioggia fosse venuta 40 o 50 giorni fa sarebbe stata oro per noi, oggi sono più i disagi dei benefici. Se non altro quest’acqua fa bene a chi ha soia, cipolle, pomodori e anche alla vigna, che tutti stavamo irrigando". Il rischio maggiore è per la frutta che, sulla spinta dell’irrigazione abbondante, cresce più velocemente della propria buccia, su cui si aprono delle crepe.

"I danni di ieri notte sono dovuti anche alle forti raffiche di vento – dice Andrea Betti, presidente di Confagricoltura Ravenna –. Nella zona di Russi alcuni frutteti sono stati abbattuti. Il terreno non era assolutamente pronto a ricevere questi quantitativi d’acqua, e questo ha portato a un ingrossamento dei fossi e a qualche allagamento. Piogge così abbondanti possono poi comportare dei difetti nella buccia dei frutti in raccolta in questio periodo, causati dallo sfregamento. Ma questi episodi diventeranno sempre più frequenti e occorre trovare modo e maniera di modificare una normativa devenuta ormai obsoleta, perché gli interventi pubblici arrivano sempre in ritardo. Non siamo più in grado di sopportare queste calamità, specialmente in un anno come questo già caratterizzato da grossi aumenti nei costi di produzione. Faccio appello alla politica affinché si occupi anche del mondo agricolo".

Al di là dell’episodio di ieri notte, il tema è più ampio: il cambiamento climatico. "È evidente la tendenza a una tropicalizzazione del clima, tanto che a luglio si è registrata una temperatura superiore di ben 2,26 gradi rispetto alla media – scrive Coldiretti –, mentre a giugno la colonnina è stata più alta di 2,88 gradi rispetto alla media, con valori vicini al record del 2003". L’associazione degli agricoltori sottolinea poi che "l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, nubifragi, precipitazioni intense a carattere torrentizio e il rapido passaggio dal sole al maltempo, dalla siccità alle ’piogge monsoniche’, con sbalzi termini significativi che compromettono le coltivazioni".

Sara Servadei