ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Ravenna, maestra a processo: "Faceva cacciare i bimbi dai loro compagni"

L'insegnante di una elementare sotto accusa per abuso dei mezzi di correzione. In aule le mamme riferiscono di urla e scappellotti

Una classe elementare (immagine di repertorio)

Una classe elementare (immagine di repertorio)

Ravenna, 19 novembre 2020 - Non solo aveva cacciato dalla classe quei due studenti indisciplinati che, sebbene di soli otto anni, lei non riusciva più a gestire. Ma, secondo l’accusa, aveva addirittura chiesto ai loro compagni di spingerli letteralmente fuori in attesa che i genitori, da lei avvertiti al telefono, li venissero a prendere. La diretta interessata – una maestra ultracinquantenne in quei giorni supplente in una scuola elementare ravennate – ha invece negato tutto specificando di avere sentito sull’accaduto "un sacco di bugie".

La donna – difesa dall’avvocato Ludovico Giardini -, nel processo entrato nel vivo ieri mattina davanti al giudice Antonella Guidomei, deve rispondere di abuso dei mezzi di correzione nei confronti dei due bimbi. La madre di uno dei due, si è costituita parte civile con l’avvocato Gerardo Grippo. Ed è proprio lei ad avere raccontato cosa, secondo quanto riferitole da suo figlio e da genitori di altri bimbi che a loro volta avevano raccolto gli sfoghi dei piccoli, sarebbe accaduto in quel concitato pomeriggio di fine ottobre 2017, terzo e ultimo giorno della supplente in quella circostanza non coadiuvata da colleghe. Secondo la madre del bambino, tutto era partito da "12-13 bimbi della classe da soli in corridoio".

In quel frangente, un compagno avrebbe abbracciato suo figlio per rassicurarlo e una bimba, fraintendendo, aveva dato un morso: una bidella l’avrebbe sgridata ricevendo un insulto ("vecchia") a cui avrebbe risposto "con una tozza". Una volta in aula, la bimba ne avrebbe ricevuta "un’altra dalla supplente". Era intervenuto il figlio e la situazione era culminata con la cacciata collettiva dei due compagni tanto che i bimbi o le loro madri, incontrando quella mamma nei giorni successivi, si sarebbero perfino scusati.

La donna ha riportato anche altri presunti episodi anomali sempre riferiti da bambini alle madri: che quella maestra si faceva massaggiare il collo da alcune bimbe dando poi loro il voto. E che, in costante ricerca di cibo, nel tentativo di aprire l’armadio dove venivano riposte le caramelle per i compleanni, aveva rotto uno sportello. "Da persona qualificata, non era riuscita a gestire due bambini – ha continuato la madre -. Mio figlio dopo quell’esperienza iniziò a manifestare" problemi psicosomatici. In aula, dopo la madre di un altro bimbo, ha parlato il padre della bimba riferendo di come lui stesso, andando a prendere la piccola anzitempo, quel giorno aveva sentito la supplente urlare per intimare ai bambini di mettersi in fila all’uscita.

L’uomo ha inoltre elencato le ripercussioni sulla figlia dopo l’accaduto, tra cui la necessità di un sostegno psicologico. Quando è stata la volta della maestra, ha ricordato che quei due bimbi "mi ignoravano, non mi guardavano in faccia". Mentre gli altri facevano gli esercizi di matematica, lei li fece disegnare e li lasciò giocare sotto alla lavagna. La situazione "divenne ingestibile" quando "presero i righelli di plastica e li tirarono". Un problema di incolumità altrui a suo avviso: a nche se a domanda del giudice, ha spiegato che "i righelli li lanciavano in aria, almeno tre volte". Da qui la sua reazione: "Dissi ad alta voce: adesso chiamo i vostri genitori. Erano le 16", e la scuola chiudeva alle 16.30. In ogni caso, "mai dato scappellotti o mai spinto fuori nessuno né mai detto ai bimbi di cacciarli".