SARA SERVADEI
Cronaca

Vaccinato ucciso dal Covid, il primario: "Ma il vaccino resta il solo rimedio al virus"

Maurizio Fusari, primario di Terapia intensiva a Ravenna: "Gabriele è stato sfortunato, non si è protetti al 100%, la scienza non è matematica"

Il primario della terapia intensiva Maurizio Fusari

Il primario della terapia intensiva Maurizio Fusari

Tre morti da mercoledì a ieri. Il Covid negli ultimi giorni è tornato a mostrare i denti nel nostro territorio. L’ultimo decesso, quello del 61enne operatore del 118 Gabriele Gazzani, è particolarmente doloroso. Abbiamo parlato dei decessi con Maurizio Fusari, primario della Terapia intensiva di Ravenna.

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Gazzani è morto di Covid nonostante fosse vaccinato. Come mai?

"La vaccinazione non protegge al 100% contro la mortalità, ma a seconda del periodo in cui è stata eseguita copre dal 94 al 97%. E lui, evidentemente, è finito in quel 6-3%. Ha avuto una grande sfortuna. La medicina non è matematica".

Chiariamolo, la vaccinazione comunque protegge?

"Certo. I dati della fondazione Gimbe della settimana scorsa mostrano che ci si ammala molto meno rispetto alla prima ondata, quelli che si ammalano vanno meno in ospedale, quelli che vanno in ospedale finiscono meno spesso in Terapia intensiva e quelli che finiscono in Terapia intensiva muoiono in percentuali minori. Questi sono dati. L’evento che può capitare alla singola persona è sempre un dramma, ma nell’insieme delle persone che compongono la nostra popolazione ci sono meno drammi. Il dispiacere però ora è enorme".

Conosceva Gazzani?

"Sì, certo. Era una persona conosciuta e ben voluta da tutti nel nostro ambiente. Era vaccinato, ed è stato sfortunato. La vaccinazione però salva delle vite, lo vedo tutti i giorni".

Mi racconti quello che vede in reparto.

"Le racconto un episodio di qualche giorno fa. Una paziente è venuta a fare la seconda dose in ospedale perché allergica. Io ero lì per l’osservazione, e ci siamo accorti che aveva dei disturbi. Dagli esami è emerso che aveva tre coronarie chiuse: gli esami hanno mostrato che negli anni precedenti aveva avuto due infarti senza saperlo, e per una casualità pura il terzo le stava venendo in quel momento. Se fosse stata a casa sarebbe morta. Era lì, e si è salvata".

Veniamo al suo reparto, la Terapia intensiva. Ha molti ricoverati ora?

"No, nessuno".

Gazzani era in Pneumologia, l’altro 61enne invece deceduto nei giorni scorsi è stato in Rianimazione?

"Sì. Lui non era vaccinato. Abbiamo avuto di recente lui e un 38enne che aveva fatto una dose sola. Il 38enne siamo riusciti a salvarlo mentre era moribondo, mentre il 61enne non ce l’ha fatta. Al di là dei casi particolari, vaccinarsi fa la differenza e penso quell’uomo, che non aveva patologie, avrebbe potuto salvarsi".

Ha avuto modo di parlare col 38enne che avevate ricoverato in Terapia intensiva al suo risveglio?

"No. Dalla Terapia intensiva non si va mai direttamente a casa, lo abbiamo trasferito in Pneumologia. Per questo non sono tanti quelli che tornano a salutarci e a ringraziarci, ma forse è meglio così perché magari riescono a dimenticarsi un brutto momento della loro vita".

Le è capitato di discutere con qualche no vax?

"No, ma probabilmente un medico vaccinatore non darebbe la stessa risposta. Mi hanno raccontato che al centro vaccinale arrivano persone che si sentono forzate dalle regole sul green pass e sono quelli con l’atteggiamento più rivendicativo".