Brisighella (Ravenna), 25 ottobre 2024 – “Il numero dei lupi sta purtroppo aumentando e non c’è più alcuna sicurezza. I cani da guardia dobbiamo tenerli in casa perché altrimenti rischiano di fare una brutta fine. Luci e recinzioni non hanno alcun effetto deterrente e i selvatici attaccano anche nei centri abitati”.
Sono le parole di Remo Lanzoni, agricoltore della frazione brisighellese di Marzeno (frazione di Bri), dopo l’assalto, da parte di un predatore, ad alcune oche all’interno del cortile della sua abitazione.
L’episodio, avvenuto intorno alla mezzanotte del 23 ottobre, giunge pochi giorni dopo l’attacco, sempre nel brisighellese, ai danni dell’azienda agricola ‘Cà ad Là’, dove un branco di lupi aveva sbranato, tra capre e pecore, una ventina di cani. Senza dimenticare l’episodio, verificatosi poco più di due settimane fa, avvenuto a San Ruffillo, quando i selvatici entrarono nel cortile di un’abitazione uccidendo un cane e ferendone un secondo.
Tornando all’ultimo attacco, ad accorgersi di quanto stava accadendo la figlia 18enne di Remo Lanzoni, che dalla finestra della propria camera ha sentito le oche starnazzare rumorosamente nel silenzio notturno. “Affacciandomi – racconta la ragazza – ed essendo il nostro giardino praticamente illuminato a giorno, ho visto il lupo che stringeva un’oca in bocca, per poi sparire nel buio”.
Ma dopo pochi minuti un nuovo assalto: “Mentre avvisavo mio padre – prosegue la 18enne – ho sentito nuovamente le oche agitarsi e dalla finestra ho visto il lupo tornare e azzannare un’altra oca. A quel punto ho urlato e le mie grida hanno spaventato il predatore che ha mollato l’animale ed è fuggito”.
Come osserva Assuero Zampini, direttore di Coldiretti Ravenna: “Alla luce di questo ennesimo episodio è evidente come la proliferazione del lupo sia in netto aumento, con conseguenti attacchi sempre più frequenti. Questo sta minando il lavoro di pastori, allevatori, agricoltori, ma anche la sicurezza pubblica. Occorre quindi agire al fine di contenere il sovraffollamento faunistico ormai riscontrato da anni nelle aree di collina. Fenomeno che, oltre a creare pericolosi squilibri agli ecosistemi locali, dirotta i selvatici, lupi e cinghiali in primis, verso zone anche densamente abitate”.