Ravenna, 5 gennaio 2025 – Lupi di mare: le fototrappole collocate nelle spiagge alla foce del Bevano nella parte meridionale del parco del Delta del Po, nella porzione sud del territorio del comune di Ravenna presso la pineta di Classe, documentano ormai la presenza sempre più frequente dei lupi lungo il litorale, in un esempio di colonizzazione di un habitat che fino a qualche anno fa era limitato, in Italia, alla sola costa maremmana.
“Recentemente abbiamo documentato la frequentazione notturna sempre più assidua delle spiagge da parte di ben due branchi di lupi – spiega Massimiliano Costa, direttore del Parco regionale del Delta del Po –. Abbiamo capito trattarsi di due branchi differenti perché, nonostante i lupi siano tutti fenotipicamente perfetti – non ci sono cioè esemplari ibridi morfologicamente inconfondibili – in uno dei due branchi è presente un lupo che zoppica per una passata ferita, mentre nell’altro è assente”. I due gruppi familiari sono piuttosto numerosi: “Nell’ultimo video che ne ritrae uno sono presenti cinque lupi, ma fino a qualche tempo fa i branchi erano più numerosi: è difficile fare una stima del numero dei loro componenti in quanto gli esemplari più giovani, quelli che hanno un anno in più rispetto alla cucciolata più recente, stanno cominciando ad allontanarsi dalla famiglia d’origine per andare gradualmente in dispersione”.
Uno dei due branchi è ‘capitanato’ da una vecchia conoscenza dei naturalisti, e cioè dalla lupa Ginevra, la prima esemplare a ricolonizzare circa cinque anni fa le pinete ravennati. Ginevra fu liberata dopo un periodo di ospedalizzazione: il radiocollare che portava documentò il suo insediarsi nella pineta di Classe. “Negli ultimi quattro anni abbiamo sempre assistito alla nascita di nuove cucciolate. Nelle pinete i lupi, che qui mancavano dalla seconda metà del Settecento, hanno trovato il loro habitat. Fino al 2022 non frequentavano le spiagge, ora invece le loro orme sono sempre più presenti. E’ importante ricordare che il lupo non è un animale strettamente appenninico: si adatta a qualunque tipo di ambiente, la sua unica necessità è quella di trovare di che sfamarsi”.
Il Parco del Delta due anni fa commissionò uno studio all’Università di Ferrara che diede importanti delucidazioni in merito: “I lupi delle pinete hanno un’alimentazione prevalentemente basata sui giovani daini: dalle analisi delle deiezioni non avemmo evidenze di predazioni di animali domestici o d’allevamento. I lupi di Classe stanno insomma agendo quale un riequilibratore naturale di quell’ambiente: la popolazione di daini nella pineta è ancora in crescita di circa il 10% all’anno, ma nei luoghi in cui non sono presenti, come a Volano, l’aumento è del 30% ogni anno. Con due branchi di lupi nelle pinete possiamo immaginare che la popolazione di daini si stabilizzerà e poi comincerà a diminuire. A quel punto nella dieta dei lupi subentreranno gradualmente le sue prede più tipiche: capriolo e cinghiale”. Ma c’è dell’altro: “Abbiamo evidenze di come i lupi stiano orientando parte della loro alimentazione in chiave ‘marittima’ – prosegue Costa –. Sappiamo che hanno predato vari animali marini spiaggiati: tartarughe Caretta caretta, pesci, uccelli, oltre a prede come i crostacei di cui probabilmente non lasciano resti. I monitoraggi che effettuiamo lungo il litorale documentano come la spiaggia sia ormai una meta abituale delle loro escursioni notturne in cerca di cibo. Qualche timore per i nidi c’è: quello di una beccaccia è stato oggetto di predazione, benché forse imputabile a volpi o tassi”.