
Suo padre è morto in ospedale a Lugo il 5 novembre dopo venti giorni di ricovero, "senza sia stata comunicata una diagnosi". Così Marco Montanari, fisioterapista di Ravenna che segue tra gli altri anche il campione di motociclismo Valentino Rossi, dopo aver raccontato la vicenda in un video sui social dove attacca i medici che hanno avuto in cura l’anziano, 75 anni, ha anche presentato una denuncia alla Procura.
Nel documento si parla di una degenza contraddistinta da "ritardi inspiegabili", dall’assoluta immobilizzazione per settimane del genitore e da una condotta "attendista" del personale sanitario, "scarsamente giustificabile". La denuncia è stata presentata attraverso l’avvocato Chiara Rinaldi e la Procura ha sequestrato le cartelle cliniche del caso per avviare accertamenti.
"Questo è mio padre – dice nel video Montanari, mostrando una fotografia del genitore – entrato con le sue gambe in ospedale. Voi me lo avete ammazzato, probabilmente non mi darò mai pace. Avevo capito benissimo che cosa stavate facendo e probabilmente mi sono mosso male perché conosco la terapia, ma non la burocrazia". Nel filmato il fisioterapista ravennate parla della sindrome di allettamento e di come questa, con i protocolli anti-Coronavirus che impediscono ai pazienti di ricevere visite, verrebbe in qualche modo favorita. "Il paziente entra in ospedale, viene allettato, 24 ore su 24 con la mascherina – continua Montanari –, non gli viene neanche permesso di fare un giro in corridoio. Ha l’obbligo dell’immobilità. Io ho girato questo video per parlarvi di come stanno morendo tanti anziani. Ci sono anche altre famiglie qui a Lugo che si stanno organizzando per fare denuncia".
Nell’esposto presentato in Procura si ricostruisce che il padre di Montanari, Mauro, era stato sottoposto a un intervento a giugno, poi si era ripreso, ma il 15 ottobre era stato ricoverato a Lugo per una infezione. All’inizio, telefonando alla famiglia, si lamentava che non lo facevano mai alzare dal letto. Dopo dieci giorni era molto assopito ed era stato sottoposto a esami.
"Noi chiamavamo tutti i giorni dicendo che lo volevamo a casa" ma i medici "hanno sempre parlato da sbruffoni con spavalderia", dice il figlio. Due giorni prima della morte, racconta ancora Montanari, "ho detto: “Se non me lo mandate a casa vengo con i carabinieri” e loro hanno risposto che il giorno dopo avrebbero fatto l’ultimo esame e poi lo avrebbero mandato a casa". All’indomani la chiamata alla madre per dire che la situazione era gravissima. Per la denuncia il decesso è avvenuto, probabilmente, per la mancata o errata somministrazione di farmaci, insieme alla ‘sindrome di allettamento’. Nei mesi scorsi un esposto per un caso simile, all’ospedale di Lugo, era stato depositato sempre dall’avvocato Rinaldi.