orzaiolo, infiammazione della palpebra simile a un grano d’orzo, da cui prende il nome, era un tempo sottoposto a numerosi riti di magia curativa, cioè di formule dettate dalla superstizione che avevano il solo effetto di suggestionare chi ne era affetto. Una delle tante formule per far retrocedere l’arzaröl o farlo ‘maturare’ consisteva in ripetuti segni di corna contro la palpebra malata e nella recita di questa cantilena: "Arzaröl spigaröl, tut la spiga e vat marida, tut la prógna e vat vargógna, tut l’urël de camisòt, va vi’ d’int e’ mi òcc" (Orzaiolo spigaiolo, prenditi la spiga e vatti a sposare, prenditi la prugna evatti vergognare, prenditi l’orlo del camiciotto, orzaiolo vai via dal mio occhio).
CronacaL’orzaiolo e i riti di magia curativa