MONIA SAVIOLI
Cronaca

L’investigatore privato che va a ’caccia’ di vip

Mirko Valenti, dell’agenzia Diag di Ravenna, pronto per il suo terzo reality di ’Celebrity hunted’. "All’inizio ero scettico, invece questo show dà emozioni"

L’investigatore privato che va a ’caccia’ di vip

di Monia Savioli

Una terza occasione, sempre a caccia di vip? Perché no. Mirko Valenti, l’investigatore titolare dell’agenzia Diag di Ravenna, già assoldato come "cacciatore" nella seconda e terza stagione di "Celebrity Hunted", reality show prodotto da Prime, accarezza l’idea di tornare a far parte del cast.

"Non so nulla dei progetti futuri del programma – spiega – ma se mi dovessero richiamare la mia disponibilità c’è. Trovarsi all’interno di un set dopo anni di film visti come spettatore, è davvero emozionante. Quando la prima volta mi contattò il collega di Bologna, Emanuele Galli, che mi ha segnalato alla produzione, ero piuttosto scettico. Avevo visto qualche episodio della prima stagione, quella di esordio, ma non avrei mai pensato di poterne fare parte". Invece la cosa si è ripetuta due volte. La caccia all’uomo, in questo caso ai vip, rappresenta l’obiettivo del reality che mette in gara le personalità in fuga e da "cacciare" e gli investigatori che coordinati da un quartier generale in cui operano esperti di intelligence, interpretano i "cacciatori".

Lo show finisce nel momento in cui l’ultima delle celebrità viene fermata. Il montepremi in palio, vinto dal vip che viene catturato per ultimo, viene dato in beneficenza. I ’latitanti’ dell’ultima stagione, la terza, sono stati l’attore Luca Argentero con la moglie Cristina Marino, gli attori Salvatore Esposito e Marco D’Amore di Gomorra, che hanno vinto il programma, la comica e conduttrice televisiva Katia Follesa, i comici di The Jackal Ciro Priello e Fabio Balsamo, e infine il rapper Rkomi con il cantante Irama. "Partecipare a Celebrity Hunted per me ha significato creare nuovi contatti – continua Valenti. "Con il mio compagno di squadra, Stefano Brizzi, abbiamo avviato una collaborazione che sta continuando. Così è successo anche con altri colleghi conosciuti sul set. Sicuramente per quello che siamo chiamati a fare servono tutte le capacità maturate in ambito professionale, le nostre skills".

Le riprese in media continuano per 15 giorni. "Io le chiamo le mie ferie – sottolinea. "In quei giorni stacco la spina, spesso ho il telefono spento perché è necessario essere concentrati. A volte non mi accordo neppure di essere filmato. Diventa come un vero e proprio lavoro". Le emozioni legate alle due stagioni del reality si concentrano sull’immagine di una "Venezia del tutto deserta alle 16 del pomeriggio, quando, durante la prima ripresa della seconda stagione eravamo ancora in pieno Covid in una Italia divisa fra zone gialle e rosse – ricorda Valenti – e la fuga di Esposito e D’Amore durante l’ultima edizione, all’interno della galleria borbonica a Napoli. Personalmente ignoravo l’esistenza di quel luogo. Mentre procedevamo c’era sempre meno aria e più umidità, davvero un paesaggio inaspettato".

E se davvero dovesse trattarsi di un film, Valenti non ha dubbi. "Prendo sempre come riferimento ’Spy Game’, con Redford che fa da mentore a Pitt e insegna come raccogliere informazioni alla vecchia maniera, cosa che – spiega - rappresenta ancora la base da cui iniziare il nostro lavoro". In quanto al ruolo "a mio parere nella seconda stagione, per me la prima, io e il mio collega eravamo più simili a John Travolta e Samuel L. Jackson in Pulp Fiction – conclude ridendo –. In questa ultima edizione invece, sembravamo decisamente una coppia di poliziotti, tipo Starsky e Hutch".