REDAZIONE RAVENNA

L’incursione artistica ‘Freak of Nature’ mappa i negozi sfitti del centro

La performer è arrivata tra giovedì e venerdì e ha segnalato 70 chiusure con il tratto della canna di bambù: "Un problema che accomuna tanti luoghi".

Uno dei negozi sfitti in via Cavour ‘marchiati’ dall’artista

Uno dei negozi sfitti in via Cavour ‘marchiati’ dall’artista

Quella effettuata nella notte tra giovedì e venerdì a Ravenna è la ventiseiesima performance di Freak of Nature, artista green che marchia gli edifici abbandonati. Sono settanta i negozi censiti con il caratteristico tratto del bambù, numerati in modo sequenziale e che rappresentano solo una parte delle numerose attività abbandonate nei centri storici del nostro Paese. A Ravenna, in particolare, l’artista, per questioni tecniche, è riuscita a censire solo metà del centro storico, quindi le vetrine vuote sono in realtà molte di più. Si tratta di un fenomeno che riguarda tutte le città italiane e non solo, legato alla crisi economica soprattutto, all’aumento degli affitti e dei costi in generale. E soprattutto all’incremento delle vendite on line che induce molti ad abbandonare l’acquisto ‘in presenza’ a favore dell’e-commerce.

Freak of Nature tiene conto della mappatura realizzata in tutte le città in cui è stata: sono ormai 2490 le vetrine delle città fregiate dal simbolo verde e stilizzato del bambù: Vicenza con 90 attività marchiate, Padova con 125, Belluno con 60, Venezia con 130, Rovigo con 85, Mestre con 145, Dueville con 30, Treviso con 70, Verona con 100, Ferrara con 105, Parma con 70, Schio con 80, Modena con 80, Castelfranco Veneto con 80, Reggio Emilia con 140, Mantova con 100, Bergamo con 95, Brescia con 137, Milano con 165, Pordenone con 90 e Bologna con 80 , Monza con 52 , Udine con 140 , Bassano del Grappa con 50 nel 2021 e 123 nel 2024, Thiene con 84.

L’obiettivo dell’artista è portare sotto i riflettori di cittadini, amministratori, associazioni di categoria e media, le tante attività sfitte e negozi abbandonati che ormai ci circondano e che persistono in un limbo di attesa indefinita verso una nuova identità, inducendo ad una riflessione sociale e ad un dialogo costruttivo sul fenomeno dello spopolamento commerciale identitario.

La scritta ‘sfitto’, accompagnata dai segni verdi del bambù in diverse tonalità e che caratterizzano la poetica murale di Freak of Nature, sono un intervento di denuncia che non genera alcun danno, i colori infatti sono a base d’acqua e si puliscono con un colpo di spugna, ma che induce i cittadini a scontrarsi e a riflettere su ciò che sta accadendo nella stragrande maggioranza delle città italiane: la crisi economica, troppi spazi vuoti, perdita di identità, spopolamento, degrado urbano ed umano, mancata integrazione e la difficoltà nell’essere a misura d’uomo.

Freak of Nature, nome d’arte di Federica Agnoletto, verga i suoi segni verde brillante con lo scopo di "inserire la natura nello spazio abitato, costruito o abbandonato", come si legge nella sua pagina social. La sua azione, ribadisce l’artista, "non va presa sul personale", anche se ammette che, nel tempo, "qualche sindaco o assessore si è sentito toccato e offeso", ma come "un modo per evidenziare un problema che accomuna tante città". Le incursioni cittadine di Freak of Nature sono riportate in tempo reale sul suo profilo Instagram.