"L’ho disarmato mentre mi sparava contro"

Il racconto agli investigatori del 42enne senegalese, ex buttafuori, ferito di striscio da un 48enne albanese dopo la lite in un night

"L’ho disarmato mentre mi sparava contro"

Sull’episodio indaga la polizia

Il 42enne senegalese, vittima designata della sparatoria fuori dal night club Bolero di Castel Bolognese, può dirsi miracolato, ma soprattutto coraggioso. Colpito solo di striscio allo scroto da uno dei quattro colpi esplosi contro di lui, è riuscito in un gesto quasi eroico: si è lanciato contro il suo aggressore armato e lo ha disarmato, costringendolo alla fuga. Questo emerge dalle indagini sulla sparatoria avvenuta la notte del 5 ottobre davanti al night Bolero di Castel Bolognese. Tutto è iniziato dentro il locale, dove il senegalese stava trascorrendo una serata tranquilla. Dopo aver preso una birra, ha chiesto a una delle ragazze di accendergli una sigaretta. È stato allora che, come ha raccontato alla polizia, un uomo si è avvicinato alle sue spalle: "Dietro di me, uno che non conoscevo mi ha detto ‘Tu non devi rompere il c’". Da quel momento la situazione è degenerata rapidamente. La lite si è accesa, e contro il senegalese si sono schierati altri due amici dell’aggressore, che lo avrebbero minacciato apertamente.

Il titolare del locale ha provato a calmare gli animi, invitando tutti a uscire, e la tensione sembrava temporaneamente placata. Ma fuori, la situazione è esplosa. Il senegalese – un ex buttafuori – ha raccontato di aver visto una Mercedes frenare bruscamente davanti a lui, mentre si trovava in strada con tre ragazze che lo avevano avvisato: "Stai attento a quella gente, sono pericolosi". Dalla vettura è sceso l’uomo che poco prima lo aveva provocato nel locale. "Ho riconosciuto subito quello che mi aveva minacciato, ha lasciato il motore acceso e lo sportello aperto. È venuto verso di me con una mano nascosta, e poi l’ha tirata fuori: aveva una pistola." Senza esitazione, l’aggressore ha iniziato a sparare. "Mi ha sparato alla testa, ma mi sono abbassato d’istinto, per questo non mi ha preso", ha raccontato il senegalese. Nonostante il pericolo, invece di scappare, ha fatto una scelta sorprendente: si è lanciato contro l’uomo armato. "Gli sono andato incontro", ha dichiarato. Mentre correva verso il suo aggressore, è stato colpito di striscio allo scroto, ma non si è fermato. Dopo averlo disarmato, è salito sulla sua auto, ha afferrato le chiavi e l’ha costretto a fuggire a piedi. Il titolare del night ha confermato la dinamica della lite iniziale, raccontando di aver sentito dei botti all’esterno, che inizialmente aveva scambiato per petardi, seguiti dalle urla di una ragazza. Le indagini della polizia hanno rivelato che quei quattro colpi, sparati con l’intento di uccidere, si sono conficcati in un muro a quasi un metro e mezzo d’altezza, confermando la volontà omicida dell’aggressore.

A complicare ulteriormente la situazione, un vicino di casa, spaventato dai primi spari, è intervenuto a sua volta. Ha raccontato di essere uscito in giardino con un fucile caricato a salve e di aver sparato tre colpi in aria per intimorire i presenti e farli allontanare, mentre le ragazze del locale urlavano impaurite. L’aggressore, un cittadino albanese di 48 anni, era stato fermato poco dopo dalla polizia. Ieri, all’udienza di convalida, difeso dall’avvocato Nicola Casadio, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il Gip Corrado Schiaretti ha confermato la custodia cautelare in carcere con l’accusa di tentato omicidio.

Lorenzo Priviato