Ravenna, 14 ottobre 2024 – E’ destinato a curare i pazienti affetti da leucemia acuta, il Centro Trapianti al midollo osseo di cui tra un anno si doterà l’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna.
Una struttura particolarmente importante, unica in Romagna, resa possibile grazie all’Azienda sanitaria locale della Romagna e con il contributo determinante della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, presieduta da Ernesto Giuseppe Alfieri, che con un investimento di 250mila euro ha reso possibile, assieme al cospicuo lascito dell’ingegner Ottone Ghinassi, la realizzazione del Centro.
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L’Asl Romagna e i tecnici hanno concluso la fase di progettazione e a breve aprirà il cantiere destinato a concludersi entro un anno, a ottobre 2025, con l’ingresso del primo paziente in struttura. “In tutta la Romagna - spiega il dottor Alfonso Zaccaria, presidente dell’Ail (Associazione Italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma), ematologo ed ex primario dell’ospedale Santa Maria delle Croci - ci sono purtroppo 30-40 pazienti all’anno costretti a sottoporsi a trapianto di cellule staminali da midollo osseo. Ultimamente molti erano costretti ad andare a Milano o ad Ancona e sostenere una degenza complicata di un mese, lontano da casa, oltre al day hospital. Un disagio enorme anche per i parenti che li assistono, costretti ad un lungo trasferimento. Inoltre, questa struttura alleggerirà considerevolmente le liste di attesa perché a volte per un paziente è necessario oggi attendere anche sei-otto mesi in condizioni di grande sofferenza fisica e psicologica”.
Il trapianto di cellule staminali da donatore è la speranza di vita che accomuna ogni anno migliaia di persone affette da leucemia acuta nel mondo: una volta trovato il donatore grazie ad una banca dati mondiale (ricerca difficilissima se si pensa che la compatibilità in Italia tra donatore e paziente è di uno su centomila), il paziente viene progressivamente preparato all’operazione, riducendo progressivamente il sistema immunitario: l’attesa del trapianto, in queste condizioni, è sempre un’operazione molto delicata perché una semplice complicazione come una polmonite, una nefrite o una enterocolite possono essere letali.
"Il problema biologico di questi trapianti è unico – osserva il dottor Zaccaria – , perché assieme alle cellule viene trapiantato il sistema immunitario destinato a proteggerle: questo significa sostituire il sistema immunitario progressivamente, esponendo il paziente ad una delicatissima fase. In questo, l’Ematologia funziona come volano, coinvolgendo tutte le migliori specialità e professionalità nella prevenzione e l’eventuale cura di complicanze”.
Il Centro sarà dotato di quattro camere completamente sterilizzate per i pazienti, con un ambiente di preparazione in ingresso per infermieri e parenti, e con un day hospital per le terapie continuative. La speranza è quella di realizzare anche una Casa Ail per ospitare i pazienti durante il day hospital ed un eventuale familiare".