Lugo (Ravenna), 14 dicembre 2024 – Dentro c’erano informazioni commerciali, comunicazioni di enti pubblici e pure corrispondenza natalizia. Un migliaio di lettere in totale che non hanno mai raggiunto i legittimi destinatari. Proprio così: perché sono rimaste nella disponibilità di un portalettere di Poste il quale, invece di consegnarle, per motivi ora da chiarire fino in fondo le aveva tenute con sé via via accumulandole. Almeno fino a giovedì mattina quando i carabinieri della locale Stazione dell’Arma sono arrivati a casa sua a Lugo nell’ambito di verifiche di altra natura.
E hanno scoperto tutta quella posta in giacenza ingiustificata destinata ai cittadini del territorio lughese. Immediata la comunicazione al pm di turno Lucrezia Ciriello con contestuale sequestro del monte lettere. Ora tutta quella corrispondenza è in attesa di dissequestro per essere riconsegnata a Poste e, da qui, recapitata ai designati destinatari nella speranza che tutto quel ritardo non abbia avuto ripercussioni particolarmente gravi per taluni dei consumatori interessati dal caso.
Basti pensare ad esempio che a Ravenna per una vicenda dai contorni per certi versi analoghi, per diverse famiglie alla fine è stato deciso lo slittamento del pagamento della Tari inizialmente fissato al 31 di ottobre. In questo caso l’origine della impasse va inquadrata in una dozzina di scatole individuate a fine ottobre in uno scantinato di un condomino di via Fiume con all’interno centinaia di buste contenenti gli avvisi del Comune di Ravenna ad altrettanti contribuenti per il pagamento appunto della Tari 2024. Le indagini della polizia locale sono tutt’ora in corso per individuare responsabilità e ragioni dell’abbandono. La vicenda di Lugo appare avere dimensioni nettamente superiori perché le missive, sebbene non monotematiche, sono in numero decisamente più alto.
E dentro, oltre a pubblicità, figurano avvisi dell’Agenzia delle Entrate, bollette di Hera, fatture commerciali e perfino qualche ‘esemplare’ di classica corrispondenza personale.
Tutto il materiale è stato recuperato tra l’abitazione e l’auto nella disponibilità del portalettere, un ultra-quarantenne di origine calabrese. Secondo i primi riscontri, l’inadempienza sulle consegne ammonta a settimane se non addirittura a mesi.
Al momento del sequestro, l’uomo ha individuato un proprio legale di fiducia. Sembra che il sospettato si sia giustificato sostenendo di non avere avuto tempo per consegnare tutte quelle lettere – non si capisce perché – ma che comunque si stava organizzando per poterlo fare al più presto. Inevitabile la denuncia a piede libero per sottrazione di corrispondenza da persona addetta al servizio, reato descritto dall’articolo 619 del codice penale il quale a sua volta rimanda all’articolo 616, quello relativo alla distrazione di corrispondenza.
In particolare la legge prevede che l’addetto al servizio delle Poste che, abusando di tale qualità, sottragga la corrispondenza a lui affidata, è punito, in caso di condanna, con la reclusione da sei mesi a tre anni. Immaginiamo che però per il portalettere sospettato, la preoccupazione più grande arrivi ora non tanto dal dovere affrontare la denuncia penale: ma da eventuali ripercussioni disciplinari di Poste le quali, almeno sulla carta, potrebbero giungere anche al suo allontanamento dalla società.