ANNAMARIA CORRADO
Cronaca

Sulle tracce del bisnonno scomparso. “Da Caporetto all’oblio, in un libro ricostruisco la storia del mio avo”

Il dj ravennate Max De Giovanni ha ritrovato lettere dal fronte e da lì ha iniziato un lavoro durato anni. Il risultato si può leggere in un libro, intitolato ‘Cercando Tobia’, appena dato alle stampe

Il dj ravennate Max De Giovanni ha ritrovato lettere dal fronte e ha raccontato la storia del bisnonno in un libro

Ravenna, 23 giugno 2024 – Del bisnonno Tobia Ernesto Bendazzi, partito per la guerra e mai tornato, Max De Giovanni aveva sempre sentito parlare in famiglia. Da quando era bambino e soprattutto dalla nonna Rina che ricordava un’infanzia di povertà e patimenti dopo la scomparsa del padre disperso nel 1917, nei giorni della disfatta di Caporetto. Così De Giovanni, dj ravennate con alle spalle diversi libri legati alla sua professione, sui dj italiani e sulla Baia degli Angeli, ha deciso di cimentarsi in una nuova avventura, cercando di ricostruire la storia del bisnonno. Ed è nato il libro ‘Cercando Tobia’, appena pubblicato.

“Nel 2018 – spiega –, mettendo a posto del materiale in casa, mi sono imbattuto nelle lettere che il bisnonno aveva mandato dal fronte alla moglie Ida. Allora mi sono tornati alla mente i racconti della nonna su questo padre e sul vuoto che aveva lasciato”.

Tobia sparisce il 25 ottobre del 1917, nei giorni di Caporetto, nella Prima guerra mondiale, e il 29 gennaio 1918 viene dichiarato ufficialmente irreperibile. Ma nel settembre dello stesso anno nella casa di Mezzano dove vivono la moglie Ida e le figlie Caterina e Pierina, arriva una cartolina di Marino Zanotti, prigioniero del campo di Zwickau in Germania. Le scrive che Tobia Bendazzi è con lui e al più presto farà avere sue notizie. Ma di lettere non ne arriveranno più e di Tobia Ernesto Bendazzi non si saprà più nulla.

“Quella lettera – continua De Giovanni – mi ha riempito di dubbi. Ho pensato fosse falsa. Ma come faceva Marino Zanotti a sapere il nome di mia bisnonna e l’indirizzo della casa di Mezzano? Doveva sicuramente aver incontrato Tobia”.

La ricerca di De Giovanni è durata oltre tre anni, partendo dal foglio matricolare di Tobia Ernesto Bendazzi, richiesto al distretto militare, per poi passare ai Diari di reggimento dell’Archivio militare a Roma, alla Croce Rossa internazionale e agli Archivi di Stato per cercare tracce di quel nome negli elenchi dei caduti, dei prigionieri dei campi, in ogni documento in cui si imbatte, che viene fedelmente riprodotto sul libro.

La ricerca è difficile e molti documenti sono incompleti. “Ho contattato anche la biblioteca di Zwickau, in Germania – racconta De Giovanni –, e ho consultato on line gli elenchi dei sepolti nei cimiteri di guerra all’estero, in particolare attorno al campo in cui sarebbe stato il mio bisnonno, ma niente. Poi dalla biblioteca di Zwickau mi comunicano che gli elenchi dei prigionieri del campo sono in Archivio di Stato a Dresda, così mi organizzo per partire, ma arriva il Covid”.

La pandemia rallenta solo la ricerca di De Giovanni, che prosegue anche su un altro versante, quello dei discendenti di diversi commilitoni che erano venuti a contatto con il bisnonno durante la guerra e la prigionia. Li contatta e anche se i ricordi sono pochi e sbiaditi, è come se da ognuno arrivasse un nuovo tassello.

“Non so con certezza se il bisnonno – conclude De Giovanni – sia morto a Caporetto ed è stato sepolto sulla Bainsizza o in campo di prigionia. Negli elenchi che mi ha inviato l’Archivio di Stato di Dresda il bisnonno non c’è, ma mi hanno anche spiegato che le liste dei prigionieri italiani erano due, e una è andata persa”.

Ricostruire le vicissitudini di Tobia Ernesto Bendazzi, contadino partito per la guerra a 34 anni e mai più tornato, si è trasformata per De Giovanni in una preziosa occasione di raccontare, attraverso la sua famiglia, la storia di un territorio e un’epoca, quella del primo dopoguerra nel Ravennate, tra sofferenza, privazioni e desiderio di andare avanti.