
Un ritratto di Lea Garofalo
Il 21 marzo si celebra in tutta Italia la giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia, una ricorrenza promossa dall’associazione Libera, che prevede la lettura dei nomi delle vittime innocenti, come una recita di un rosario affinché questi nomi non muoiano mai nella memoria collettiva.
Carlo, un volontario dell’associazione è venuto nella nostra classe a raccontarci la storia di una donna coraggiosa ed eroica, testimone di giustizia: Lea Garofalo. In occasione del 21 marzo racconteremo a tutti i nostri compagni di scuola questa storia che ci ha colpito e commosso.
Lea era nata il 4 aprile 1974 a Petilia Policastro, in provincia di Crotone. All’età di quattordici anni si fidanzò con Carlo Cosco, un diciassettenne legato all’ndrangheta. La coppia si trasferì a Milano e Lea diede alla luce una figlia chiamata Denise; successivamente il marito venne arrestato per traffici illeciti e Lea decise di lasciarlo per poter vivere nella legalità collaborando con la giustizia. Per questa decisione la sua vita entrò in pericolo così dopo essere sfuggita a un tentato rapimento da parte del marito venne da lui assassinata il 24 novembre 2009 e il suo corpo trasportato su un terreno a San Fruttuoso venne distrutto.
Oggi in via Montello a Milano, proprio sul muro del palazzo in cui Lea ha vissuto, c’è una targa: a Lea Garofalo, testimone di giustizia, vittima di ‘ndrangheta, morta per la dignità e la legalità.