
Le concessioni balneari: "Coste libere per il 67%. La Bolkestein non va applicata"
Non più del 33% delle aree demaniali delle coste, circa un terzo del totale, sono attualmente date in concessione ai bagnini; rimane quindi libero il 67% delle coste italiane. Il tavolo tecnico istituito a maggio presso la Presidenza del Consiglio per definire i criteri per determinare la scarsità o meno della risorsa naturale disponibile, ha terminato il suo lavoro ed è emerso con chiarezza che la risorsa spiaggia non è ‘scarsa’ e quindi il governo italiano non ha alcun obbligo di applicare la direttiva Bolkestein che obbliga alla messa a gara degli arenili e i Comuni, a oggi, non possono indire le gare fino all’approvazione delle nuove regole.
"Una conclusione che ci soddisfa – spiega Maurizio Rustignoli confermato presidente della Cooperativa Spiagge Ravenna – e che non significa che in Italia non si debbano fare le gare per l’assegnazione delle spiagge. Anzi, le gare andranno fatte, ma serve il contesto normativo giusto per farle. Per questo il governo deve avviare una interlocuzione con la commissione Ue e poi mettere a punto le regole da seguire per effettuare le gare che dovranno tenere conto anche degli investimenti effettuati dagli attuali concessionari. Poi, certo, vanno rivisti i canoni ma serve un tavolo tecnico in cui discutere di tutto questo".
Soddifatta la Cna balneari di Ravenna e Cervia. “Per noi – ha dichiarato il presidente Bruno Borghetti - questo dato conferma quello che diciamo da molti anni: la risorsa naturale disponibile non è scarsa e non si deve applicare, quindi, a questo settore la direttiva ‘servizi’ che costringerebbe le concessioni esistenti a nuove gare dopo il 2024. Chiediamo con forza al Governo italiano di utilizzare questi numeri nella contrattazione con Bruxelles, come carta decisiva per evitare di mettere a gara tutte le concessioni attuali, limitando le procedure solo ai tratti di costa liberi. E fermando molti comuni marittimi che si stanno muovendo a macchia di leopardo, creando una situazione ingestibile e profondamente ingiusta per il mondo dell’impresa turistica balneare". Ma non tutti plaudono. "I risultati della mappatura effettuata dal governo Meloni – si legge in una nota del senatore del Movimento 5 Stelle Marco Croatti – sono una vera farsa inscenata per proteggere gli interessi dei bagnini a discapito di quello dei cittadini. Il dato che ‘soltanto’ il 33% delle coste marittime sarebbe attualmente in concessione, è un artificio contabile privo di valore e di rilevanza visto che non specifica quali tratti non sono balneabili e quali zone sono rocciose e montuose".
Giorgio Costa