REDAZIONE RAVENNA

"L’attività estrattiva non è ecosostenibile"

La Federazione speleologica Emilia Romagna scrive alla Regione dopo il sopralluogo degli esperti Ciran

La Federazione speleologica Emilia Romagna scrive alla Regione dopo il sopralluogo degli esperti Ciran

La Federazione speleologica Emilia Romagna scrive alla Regione dopo il sopralluogo degli esperti Ciran

Per alcuni la cava di Monte Tondo è un esempio di virtuoso, per altri l’opinione è diversa. "Stentiamo a credere che la Regione abbia potuto condividere una considerazione simile – commenta in una lettera indirizzata a Bologna la Federazione speleologica dell’Emilia Romagna –. In documenti ufficiali della Regione stessa si afferma che “l’attività estrattiva non è ecosostenibile in quanto si asporta la formazione gessosa che non ha più possibilità di rigenerarsi”, che “non è compatibile con le norme che regolamentano Rete Natura 2000”, e che tutto ciò ha “determinato una forte modifica dell’assetto geomorfologico e idrogeologico dell’area interessata”. L’attività estrattiva, come ben noto, avviene tramite ampie esplosioni, dette “volate”, tutt’altro che di “basso impatto ambientale”. L’attività di abbattimento del gesso nel tempo ha distrutto e può distruggere i fenomeni carsici ora riconosciuti patrimonio mondiale dall’Unesco. A tal proposito giova ricordare che Saint-Gobain Italia ha poi fatto ricorso al Tar per l’annullamento degli atti che hanno portato al riconoscimento Unesco, e che un ampliamento dell’area estrattiva, oltre gli attuali limiti del Piae, determinerebbero la perdita, per l’Italia, del patrimonio mondiale, e soprattutto continuerebbe la distruzione di un ambiente ancora integro e ricco di biodiversità".

f.d.