CARLO RAGGI
Cronaca

L’amico delle ’barbe finte’: "Conosco ex funzionari Cia. Dal ’93 mi occupo di sicurezza"

I mille volti di Alberto Pagani: docente universitario, politico e consulente di vari Governi "Col mio lavoro analizzo situazioni di crisi e consiglio agli esecutivi come intervenire" .

L’amico delle ’barbe finte’: "Conosco ex funzionari Cia. Dal ’93 mi occupo di sicurezza"

L’amico delle ’barbe finte’: "Conosco ex funzionari Cia. Dal ’93 mi occupo di sicurezza"

Fu all’università, nei tre anni di dottorato alla facoltà di sociologia, che sviluppò l’interesse per la ricerca sul campo per "capire come stanno le cose": l’organizzazione dei servizi, il settore sociale, quello del lavoro, fino al vasto e magmatico fronte della sicurezza, della cybersecurity, dell’immigrazione e della geopolitica, di cui Alberto Pagani nel tempo è diventato uno dei massimi esperti tanto da entrare a far parte dell’assemblea parlamentare della Nato, dove ha vissuto le trattative per l’ingresso di Finlandia e Svezia nel sistema di difesa atlantico. Un lavoro, quello dell’analista, che porta Pagani a stretto contatto con i vertici dell’Intelligence (fra i suoi amici ex agenti Cia e dell’antiterrorismo israeliano) e che ha svolto parallelamente a due mandati parlamentari per il Pd nelle commissioni Trasporti e Difesa (dove le sue esperienze sul campo sono andate a beneficio di vari interventi legislativi) conclusi un anno fa quando ha ripreso la sua variegata attività professionale, docente dell’Alma Mater, saggista, consulente ad altissimi livelli.

Pagani, un’attività, la sua, che, in controluce, la avvicina al mondo degli 007.

"Solo perché ho scritto un ‘Manuale di Intelligence e Servizi segreti’? Diciamo che il mio lavoro serve a fare analisi delle situazioni di crisi, militare, cibernetico, geopolitico e offrire quindi a chi deve intervenire, soprattutto il Governo, strumenti di comprensione e suggerimenti".

Un compito che inevitabilmente la porta in giro per il mondo.

"Sì, a maggior ragione in relazione al ruolo che ho avuto nel Parlamento della Nato. E’ toccato a noi il lavoro dietro alle quinte per indurre la Turchia a dare l’assenso all’allargamento dell’Alleanza e siamo andati anche in Finlandia, Svezia, nelle Repubbliche baltiche; poi in Usa, fra le altre località cito San Diego dove la Marina americana addestra i delfini per attività di spionaggio".

Dagli anni Ottanta ha svolto parallelamente attività politica, locale e parlamentare, quindi di docente, analista, saggista. Oggi cosa fa?

"A dirla con Nanni Moretti… faccio cose, vedo gente! Sono docente dell’Alma Mater, corso di Beni ambientali a Ravenna, laurea in Civiltà del Mediterraneo dove insegno terrorismo internazionale, ovviamente continuo a fare l’analista sul fronte della sicurezza, collaboro con società collegate ai Governi, fra gli amici ho ex funzionari Cia e dell’antiterrorismo israeliano e lavoro a diversi progetti anche sovranazionali".

Tipo?

"Con l’Università stiamo cercando di portare a Ravenna un Osservatorio sul Mediterraneo con corsi di alta formazione sull’Intelligence, con la Marina Militare c’è l’idea di organizzare un master sull’archeologia sommersa e con l’ex comandante generale dei Carabinieri, l’amico Nistri, una winter school per addestrare civili e militari italiani che operano in zone di crisi, a riconoscere i siti archeologici in modo, nel limite del possibile, da evitarne la distruzione. Poi con la fondazione Ifab e il Tecnopolo di Bologna lavoro a un progetto di raccordo a livello nazionale di tutte le informazioni, comprese quelle fornite dalle telecamere, custodite nelle diverse banche dati degli organi di polizia così da giungere a un livello di sicurezza e prevenzione veramente alto".

Come è arrivato fin qui?

"Sono nato nel 1971 ad Alfonsine. Il babbo, Vittorio, negli anni 60 era stato sindaco comunista del paese, poi funzionario Usl e all’Unipol. La mamma si chiama Orestilla ed è stata operaia alla Parmasole. All’epoca ad Alfonsine come in altri paesi dell’area, il Pci era il partito dominante, in casa si leggevano l’Unità e Rinascita, a 14 anni facevo il volontario alle feste de l’Unità".

Immagino che si sia poi iscritto alla Fgci.

"Naturalmente e in quarta ragioneria fui eletto al consiglio di classe e fu l’avvio nel mio percorso politico unitamente a quello musicale e sportivo. Suonavo la chitarra, con un gruppo di amici. La prima l’ho comperata a 15 anni. Ne ho una trentina. Facevamo spettacoli in strada e poi ho fatto anche il sub".

L’impegno politico ha prevalso.

"Nel 1989 a 18 anni venni eletto al consiglio comunale. Era sindaco Natalina Minghetti: contemporaneamente mi ero iscritto a Scienze politiche, indirizzo sociologico, a Bologna. Nel ‘93 la laurea poi tre anni di dottorato di ricerca sul campo, in varie parti d’Italia su fronti vari: sociale, del lavoro, organizzazione dei servizi. Materiale raccolto e analisi servivano e servono al Governo".

Una strada che ha poi continuato a praticare.

"Una ricerca e un’analisi che si sono concentrate sulla sicurezza, nazionale e internazionale, soprattutto dopo l’attentato alle Torri Gemelle che furono un punto di snodo mondiale, la sicurezza non era più legata a minacce conosciute, ma a terroristi, imprevedibili, un fronte che mi appassionava perché ti rendi conto che è un lavoro che va nella direzione della sicurezza del Paese e su cui a maggior ragione mi sono concentrato una volta eletto in Parlamento, studiando e partecipando a corsi di specializzazione proprio sull’attività di intelligence, fino a diventarne io stesso docente in varie università italiane".

Come è arrivato al Parlamento? "Abbiamo detto del consiglio comunale ad Alfonsine: poi fui eletto segretario comunale al passaggio da Pds a Ds, quindi sono stato segretario provinciale del Pd e nel 2013 venni candidato con Sefi Idem al Parlamento. Fummo eletti. A quel punto, visti gli impegni in commissione, mi dimisi dall’università di Pesaro dove insegnavo già da quando avevo 25 anni e dove fra i colleghi avevo Lucio Dalla!".

In Parlamento è stato membro di due Commissioni.

"Nella prima legislatura, Trasporti e Telecomunicazioni che si occupa di sicurezza sotto profili vari: sicurezza dei cavi e dei condotti che trasportano informazioni ed energia, sicurezza cibernetica, delle ferrovie, delle telecomunicazioni, della sanità, sicurezza dei porti, anche quello di Ravenna, sotto il profilo degli strumenti di controllo agli accessi e anche dei voli dei droni, ci sono aree in cui sono vietati, ma ci sono difficoltà ad applicare la legge. E commissione Difesa nella seconda legislatura".

Da trent’anni si occupa di sicurezza a più livelli: con quali referenti ha avuto proficui canali di confronto?

"Non sono molti, in Italia. Sul fronte istituzionale non posso non ricordare l’ex ministro Minniti, più volte con delega ai servizi segreti, con cui ho lavorato e lavoro ad esempio sul problema dei flussi migratori, e poi Franco Gabrielli, cui il premier Draghi aveva dato la delega all’intelligence e con cui in un anno abbiamo ottenuto più risultati che negli anni dei governi Conte, il magistrato Stefano Dambruoso, fra i primi ad occuparsi di terrorismo, alcuni generali e come dicevo, funzionari dell’Intelligence straniera".