
Lavoratori alla Lafert di Fusignano
La risposta della Regione all’appello lanciato dai sindacati e dai lavoratori della Lafert di Fusignano non si è fatta attendere: alla promessa fatta al telefono dall’assessore al Lavoro, Giovanni Paglia, al sindaco Nicola Pondi, è seguita la convocazione di un tavolo di confronto di livello regionale che si terrà giovedì a Bologna. "Sarà il primo confronto a livello regionale dopo l’annuncio dei vertici di Lafert di voler chiudere lo stabilimento di Fusignano – ricordano i sindacati annunciando la partecipazione al tavolo –, dove lavorano 60 persone. Si ricorda che lo stabilimento è stato incorporato per fusione a inizio 2023 all’interno della stessa Lafert, che ha sede a San Donà di Piave e a sua volta fa parte della multinazionale giapponese Sumitomo".
E oggi alle 10 si tiene una nuova assemblea dei lavoratori. "Ci confronteremo con i lavoratori sulle prossime azioni da intraprendere – spiegano i sindacalisti Davide Tagliaferri (Fim Cisl), Paolo Biffi (Fiom Cgil) e Mattia Spagnoli (Uilm Uil) –. Nei giorni scorsi si sono svolte le prime due ore di sciopero, nell’ambito del pacchetto di 24 ore disposto per rispondere alla decisione dei vertici aziendali. Faremo anche una nuova valutazione della situazione nella speranza che l’incontro in programma in Regione possa portare a qualche risultato positivo per i lavoratori e le famiglie coinvolte". Non si esclude che si tenga un nuovo presidio davanti ai cancelli dell’azienda a seguito della stessa assemblea.
L’annuncio della chiusura dello stabilimento, arrivata come un fulmine a ciel sereno dieci giorni fa, ha messo in apprensione tutto il territorio: all’interno della compagine dei lavoratori, tutti residenti nelle immediate vicinanze di Fusignano, se non nel comune stesso, vi sono anche interi nuclei familiari che, a partire dal prossimo mese di marzo – la deadline è stata annunciata dalla direzione aziendale – potrebbero trovarsi senza un lavoro.
Matteo Bondi