L’addio ad Arturo Ferruzzi. Folla a San Francesco. La nipote: "Sei un dono difficile da lasciar andare"

Stretti attorno alla vedova Maria Cristina Busi e al resto della famiglia, le figlie di Raul Gardini, Antonio Patuelli, Matteo Marzotto e la stilista Ferretti.

L’addio ad Arturo Ferruzzi. Folla a San Francesco. La nipote: "Sei un dono difficile da lasciar andare"

Stretti attorno alla vedova Maria Cristina Busi e al resto della famiglia, le figlie di Raul Gardini, Antonio Patuelli, Matteo Marzotto e la stilista Ferretti.

La basilica di San Francesco si è riempita ieri mattina per i funerali di Arturo Ferruzzi, figlio di Serafino, fondatore dell’impero agroalimentare che portava il nome di famiglia. Era un uomo schivo, poco amante della ribalta, così come discreto e pieno di affetto è stato l’ultimo saluto che hanno voluto dargli i parenti, gli amici di una vita, tanti ravennati e non solo. Seduta in prima fila la famiglia, i figli Desideria, Diletta, Massimiliano, la moglie Maria Cristina Busi e il figlio Luca. Nelle file posteriori i nipoti e le nipoti. Tutti con gli occhi lucidi e un sorriso lieve quando lo sguardo si posava sul feretro, al centro della navata, circondato dai fiori. Tante corone, una in particolare, di spighe, a ricordare il legame che Arturo Ferruzzi aveva sempre mantenuto con la terra, la sua terra. Dall’altro lato, sempre in prima fila, le sorelle, Franca e Alessandra. Accanto a quest’ultima il marito, Carlo Sama. Più indietro anche le figlie di Raul Gardini, Eleonora e Maria Speranza.

"Qualche giorno fa – ha detto don Paolo Pasini, amico di famiglia e tra i sacerdoti che hanno celebrato la messa – eravamo con Arturo e altri amici, molti dei quali forse sono presenti questa mattina, a uno splendido compleanno e ora siamo qui, dopo pochi giorni, per accompagnare Arturo in questo passaggio così faticoso e doloroso per tutti. Era una persona mite, dal sorriso gentile, uomo di fede, come tutta la famiglia, generoso, umile per alcuni aspetti e con un’eleganza rara. Aveva un riserbo tipico delle nostre terre". Don Pasini ha descritto i suoi silenzi, densi di significati, perché, ha aggiunto, "per lui parlavano i suoi occhi". E infine: "Ha trasmesso alla sua famiglia, ai suoi cari la generosità. Allora questa liturgia di sofferenza deve essere anche una liturgia di ringraziamento per tutti i doni che Arturo ha avuto in questa vita". In chiesa tanti ravennati che avevano vissuto l’epoca d’oro del Gruppo Ferruzzi, ma anche tanti giovani, amici di figli e nipoti. Ed è stata una delle giovanissime nipoti, la figlia di Massimiliano, a prendere la parola prima della benedizione finale. "Nonno sei un dono difficile da lasciar andare – ha detto con voce tremante – ma dentro di me so che rimarrai sempre e veglierai su di noi come un angelo. Ti ricorderemo sempre per il tuo sorriso e per il tuo animo gentile e per lo sguardo con cui parlavi senza bisogno di parole. Grazie nonno".

A portare il feretro sulle spalle verso l’uscita, tra gli altri, anche il figlio di Arturo, Massimiliano, e Luca, figlio di Maria Cristina Busi. Sul sagrato di San Francesco attorno alla famiglia si è raccolta la folla uscita dalla chiesa: tantissimi gli abbracci, le carezze, qualche lacrima discreta. Ai funerali erano presenti anche Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, la stilista Alberta Ferretti, Matteo Marzotto. Con la morte di Arturo Ferruzzi si chiude un altro atto della storia di questa dinastia protagonista de Novecento italiano, in una basilica, San Francesco, che nei decenni ha assistito a gioie e dolori di una famiglia che a Ravenna è sempre rimasta legata.

Annamaria Corrado