L’addio ad Arturo Ferruzzi. A San Francesco i familiari e gli amici più stretti

Questa mattina alle 11 nella basilica si celebrano i funerali del fratello di Idina. Morto a 84 anni nella sua dimora siciliana, è stato un protagonista dell’impero industriale. .

L’addio ad Arturo Ferruzzi. A San Francesco i familiari e gli amici più stretti

Questa mattina alle 11 nella basilica si celebrano i funerali del fratello di Idina. Morto a 84 anni nella sua dimora siciliana, è stato un protagonista dell’impero industriale. .

Questa mattina alle 11 le porte di San Francesco si aprono, per la terza volta in trent’anni, per i funerali di un protagonista dell’impero Ferruzzi, Arturo, morto a 84 anni venerdì notte nella sua dimora siciliana; in questa stessa basilica nel settembre di cinque anni fa venne dato l’ultimo saluto alla sorella Idina (aveva 82 anni) e il 26 luglio del ‘93 l’intera città partecipò commossa all’addio a Raul Gardini. Stamane a stringersi attorno al feretro di Arturo, che a Ravenna era cresciuto imprenditorialmente accanto al padre Serafino, saranno i familiari, la moglie Maria Cristina (con lui nella foto), i figli Desideria, Massimiliano e Diletta, nati dal precedente matrimonio, Luca figlio di Maria Cristina Busi e gli amici più stretti.

Arturo era finito sotto la luce dei riflettori internazionali all’inizio dell’estate del 1993 quando il Gruppo Ferruzzi, di cui era diventato presidente da appena due anni, giorno dopo giorno veniva travolto dalla bufera finanziaria, cui non furono estranee banche creditrici e Mediobanca, scatenata sia dallo ‘sbiancamento’, nel bilancio del 1992 (presentato il 30 giugno ‘93) di perdite per quasi duemila miliardi di lire, per anni nascoste, sia dall’inchiesta per fondi neri e illecito finanziamento dei partiti avviata dalla Procura di Milano. Fino ad allora Arturo Ferruzzi era invece sempre vissuto nelle retrovie, pur essendo il maggior azionista della cassaforte del Gruppo, la ‘Serafino Ferruzzi srl’, e pur essendo all’interno di consigli di amministrazione di società. Fin dai primi anni Sessanta, infatti, Arturo su indicazione del padre Serafino, fondatore dell’impero, si era occupato del fronte agricolo, peraltro il settore sul quale il capostipite aveva mosso i primi passi nell’immediato dopoguerra e sul quale negli anni Cinquanta e Sessanta si stava sviluppando l’impero a partire dal traffico commerciale dei prodotti agricoli. Non a caso ai familiari piace ricordare di Arturo "l’amore per i campi e per la coltivazione della terra". Nell’ottobre del 1985 l’allora presidente del Gruppo, Raul Gardini, subentrato a Serafino all’indomani della sua tragica morte (10 dicembre 1979), presentò al mondo industriale italiano convenuto a Ravenna la "nuova immagine del Gruppo Ferruzzi da 40 anni operativo a livello mondiale nei settori dell’agricoltura, del trading e dell’industria". Era il tempo in cui Gardini aveva avviato i progetti per l’utilizzo delle eccedenze della soia "per produrre alcol da miscelare alla benzina al posto del piombo", era il tempo della "operazione etanolo" e della conquista di Montedison. A chiusura del suo intervento, Gardini disse: "Il Gruppo Ferruzzi non sederà in alcun salotto della finanza italiana perché ha intenzione di lavorare duro, faticando assieme agli agricoltori europei, americani, argentini e brasiliani. La nostra aspirazione è sedere nell’aia alla fine del raccolto, con l’orgoglio di aver fatto un buon lavoro insieme a quelli che la pensano come noi". Ricordo ancora Arturo Ferruzzi sorridere e assentire con il capo a quelle parole che alzavano a livelli mondiali il settore.

Carlo Raggi