La Uil sul piede di guerra: "Prestazioni aggiuntive pagate dai dipendenti"

Il sindacato rifiuta l’accordo con l’Ausl sui fondi contrattuali dei lavoratori. In ballo ci sono oltre 9 milioni di euro: "Questo è un principio basilare".

La Uil sul piede di guerra: "Prestazioni aggiuntive pagate dai dipendenti"

La Uil sul piede di guerra: "Prestazioni aggiuntive pagate dai dipendenti"

In totale oltre 9 milioni di euro. Soldi in ballo da tempo: si tratta dei fondi contrattuali dei dipendenti Ausl. Un ’tesoretto’ che al contrario, secondo quanto riferisce la Uilfpl di Ravenna, l’Ausl vorrebbe utilizzare anche per finanziare la copertura degli straordinari estivi (prestazioni orarie aggiuntive) dei dipendenti, nel periodo di maggiore difficoltà. Una scelta per la quale il sindacato è sul piede di guerra e rigetta l’ipotesi di accordo che "nonostante contenga diverse richieste fatte nel tempo dalla Uilfpl – scrive in una nota Luca Lanzillotti della Uilfpl – come l’aumento del buono pasto, il finanziamento di un progetto per le assenze improvvise nei servizi h12 e h24, l’avvio delle progressioni orizzontali, la conferma del welfare a favore di chi ha figli, l’ampliamento delle fasce orarie per l’utilizzo del buono pasto, con la possibilità di cumularli attraverso uno specifico studio da delineare, abbiamo deciso di non firmare in quanto nello stesso accordo l’azienda Usl vuole impiegare 2 milioni e 500mila euro di proprietà dei dipendenti, per risparmiare dal bilancio il costo delle prestazioni aggiuntive". Si tratta della parte dei 9 milioni che sarebbe dedicata a coprire le prestazioni orarie aggiuntive: "Sottrarre 2 milioni e 500mila euro ai dipendenti è un atto che non può trovare nessun tipo di condivisione e giustificazione in un momento, peraltro, dove il personale dipendente è fortemente sollecitato per far fronte a un graduale ridimensionamento degli organici – prosegue Lanzillotti –. La stessa Regione afferma infatti che nella sola Ausl della Romagna il personale dipendente, al 31 dicembre 2023, è diminuito di ben 136 unità. Questo sta a significare maggiore disagio per chi rimane in corsia, con conseguenti difficoltà sulla programmazione delle ferie, dei permessi, gestione dei riposi e delle assenze improvvise. L’azienda quindi, oltre a risparmiare sulla mancata applicazione del turnover a discapito dei dipendenti, costretti di conseguenza a fare sacrifici, chiede anche più lavoro attraverso delle prestazioni aggiuntive che tuttavia non vuole pagare dal proprio bilancio, bensì attraverso i 2 milioni e 500mila euro sottratti agli stessi dipendenti; risorse che servirebbero invece per finanziare altro".

La Uilfpl non ci sta: " Abbiamo avanzato delle proposte che tuttavia non sono state oggetto neanche di risposta. I 2 milioni e mezzo ritornino patrimonio dei dipendenti, garantendo così loro ulteriori benefici, soprattutto a chi con questo accordo non trova risposte – prosegue la nota –. Le prestazioni aggiuntive invece siano pagate con risorse dell’azienda insieme a un parallelo adeguamento degli organici. Questo è un principio basilare".

Sara Servadei