A Cervia torna la street art dei grandi nomi internazionali. Dopo il successo dello scorso anno, con la mostra ‘Made in New York. Keith Haring (subway drawings), Paolo Buggiani e la vera origine della street art’, ieri pomeriggio, all’interno dei Magazzini del Sale - Torre (via Nazario Sauro 24), è stata inaugurata la mostra ‘Obey Make Art Not War’. Al taglio del nastro erano presenti le istituzioni cittadine insieme agli organizzatori di MetaMorfosi Eventi. Da oggi fino al 4 giugno l’imponente edificio di archeologia industriale accoglierà le opere più iconiche di Shepard Fairey, in arte Obey. L’artista statunitense, nato a Charleston il 15 febbraio 1970 e cresciuto nella Carolina del Sud, è da sempre appassionato di skate e di tutto ciò che riguarda l’immaginario della cultura urban. Considerato da molti come uno dei massimi rappresentanti della street art, declinata in guerrilla marketing e arte politica di strada, Obey è diventato molto noto prima per il famosissimo manifesto in quadricromia a sostegno della campagna elettorale di Barack Obama, poi per i suoi manifesti pacifisti durante il conflitto tra Usa e Iraq e quindi per una nuova opera a supporto dell’Ucraina in guerra contro la Russia di Putin.
In mostra circa 70 opere che indagano la sua ispirazione creativa, a partire dalle grafiche sovietiche di inizi Novecento fino alle copertine di alcuni album musicali e all’arte di Mario Sironi. In Obey grafica, fotografia, collage e illustrazione sono i prodotti di un immaginario artistico capace di mescolare i diversi linguaggi al marketing e alla street art, prediligendo da sempre gli spazi pubblici e l’abbigliamento come mezzi espressivi della creatività dell’artista. Cervia ospita in mostra opere che indagano tutto il panorama politico e sociale contemporaneo dell’artista, articolato nei quattro punti tematici che gli sono particolarmente: donna, ambiente, pace e cultura.
Tra queste ‘Diplomacy over violence’, opera realizzata dall’artista a ridosso dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina in cui ha voluto reinventare la Marianna simbolo della Francia e protagonista della sua ‘Liberté, Egalité, Fraternité’ del 2018, ’rivestendola’ dei colori giallo e azzurro della bandiera della nazione invasa dalla Russia.
Inoltre, la serie di tre ritratti ‘We the People’, esposti il 21 gennaio 2017 in concomitanza con la Marcia delle Donne e, ovviamente, ‘Obama Hope’, l’opera ideata per la campagna presidenziale del 2008 di Barak Obama, divenuto poi il primo presidente afroamericano della storia degli Stati Uniti d’America.
La mostra di Obey è aperta dal lunedì al giovedì dalle 10 alle 20. Venerdì e sabato dalle 10 alle 23 mentre la domenica l’orario in cui sarà possibile ammirare le 70 opere va dalle 10 alle 21. Biglietto intero euro 10, ridotto euro 8. Sono previste speciali riduzioni. La trilogia si concluderà il prossimo anno con l’esposizione, anch’essa attesissima, di Banksy.
Ilaria Bedeschi