RENATO
Cronaca

La storia del superpesce

Le peripezie dell’animaletto preso in giro da tutti, ma che poi diventa un eroe

La storia del superpesce

Un libro è un ottimo modo per trascorrere il tempo in spiaggia

Gadda

C’era un pesce molto triste perché non sapeva nuotare. Si spostava rotolando sul fondo del mare. Gli altri pesci lo prendevano in giro, allora lui, per la vergogna, si nascondeva scavando sotto la sabbia. Un giorno si ritrovò nella casa di un grosso granchio.

– Mi perdoni l’intrusione. Tolgo subito il disturbo.

Il granchio, invece, lro invitò a rimanere.

– Si sieda. Le vado a preparare un tè alle alghe, poi parliamo un po’.

Il pesce, rimasto da solo, si guardò attorno, e quando vide appese alle pareti tante teste di pesci imbalsamate urlò: – Devo scappare, questa è una trappola!

– Troppo tardi, ora inizia la caccia! – Sentenziò il granchio, che si era affilato le chele.

Il pesce provò a fuggire, ma il granchio lo afferrò e iniziò a stringerlo con tutta la sua forza.

– Ahahah! Sarai il mio trofeo più bello!

Ma crack, la sua poderosa pinza si spezzò.

– Tu non sei un pesce qualunque, ma un pesce d’acciaio. Mi arrendo, non farmi del male, ti prego! – piagnucolò il granchio.

Per quella prodezza, il pesce rotolante fu nominato Difensore dei Mari.

Sconfisse lo squalo Pappotutto: quando lo addentò i suoi denti si frantumarono e ora porta una dentiera.

Sconfisse la tremenda orca Assatanata, che si strozzò nel deglutirlo.

Sconfisse anche Moby Dark, la perfida balena nera, che cercando di mangiarlo lo masticò per una settimana come un bubblegum, finché non le cedette la mandibola.

Insomma, divenne il superpesce del mare. Tutti lo acclamavano e nessuno lo prendeva più in giro per il suo strano modo di spostarsi.

Ma, purtroppo, il nostro superpesce non aveva fatto i conti con il più pericoloso dei predatori: l’uomo.

Un brutto giorno la rete di un peschereccio lo catturò; il superpesce provò a divincolarsi tra le fitte maglie, ma ogni suo sforzo risultò inutile. Un marinaio lo notò tra il pescato ed esclamò: – Ma come c’è finita quella enorme confezione di tonno in scatola nella rete?

Portatela al cuoco per condirci gli spaghetti!

Ma, quando quest’ultimo l’aprì, il tonno fece un balzo e lo schiaffeggiò con la coda, facendolo cadere tra le pentole, poi con un balzo uscì dall’oblò.

Eh sì, cari amici, il nostro pesce non aveva una super forza, ma solo una robusta armatura di metallo, perché l’aveva inscatolato, ancora vivo, un operaio distratto.

Ora era solo un normalissimo tonno. Che non fosse più una star non gli importava nulla: queste sono ambizioni tipiche degli uomini, a lui interessava solo nuotare, libero, nel mare.