La stagione d’Opera dell’Alighieri incrocia ancora una volta il mosaico grazie alle opere che il teatro ha commissionato a Felice Nittolo, artista per cui il mosaico è luogo di continua sperimentazione. I tre lavori di Nittolo rileggono gli altrettanti titoli d’opera in cartellone: il 17 gennaio, con replica il 19, debutterà il nuovo allestimento del Giulio Cesare di Händel, regia di Chiara Muti e direzione di Ottavio Dantone alla guida di Accademia Bizantina. Seguirà La vestale di Spontini (28 febbraio, 2 marzo) e Tosca di Puccini (28 e 30 marzo). Dopo tutto il mosaico è per Nittolo un’esperienza musicale: la martellina è un metronomo che crea le tessere battendo il tempo al ritmo del gesto rapido del mosaicista, il cartone è il pentagramma, le tessere sono note e l’ampiezza degli interstizi misura i silenzi densi di attesa. Le creazioni di Nittolo saranno esposte a teatro in occasione delle rappresentazioni delle opere e caratterizzeranno i materiali promozionali della Stagione.
Tracce musive, stoffe, foglia d’oro sono alcuni dei materiali utilizzati dall’artista per il Giulio Cesare, una figura elevata, ispirata alla statuaria romana. Un fondale rosso ne amplifica la grandezza mentre lunghe e veloci pennellate, anch’esse rosse, generano uno scenario vibrante, quasi apocalittico. Per La vestale, per la regia di Gianluca Falaschi e con Alessandro Benigni sul podio de La Corelli, l’ispirazione arriva dal mosaico degli amanti della Villa del Casale di Piazza Armerina, riletto in chiave contemporanea. Alla base della composizione, quasi a formare una roccia, sono le vestigia del mosaico, materiali di scarto che l’artista ha recuperato dall’operazione di strappo del mosaico stesso per renderli materia preziosa. Su quest’alta roccia gli amanti sono uniti in un intenso abbraccio; inusuali tessere rosse, colore caro a Nittolo, li avvolgono, rendendo ancora più solida la loro unione. Per la Tosca (regia di Luca Orsini, mentre Henry Kennedy dirige l’Orchestra Cherubini), Nittolo riprende una delle sue composizioni più classiche dove la linea verticale – scheggia o filo d’erba – è l’elemento che congiunge cielo e terra, quest’ultima resa da una morbida linea curva mentre nel cielo infuocato e palpitante brillano luminose stelle.
Le tre opere musive sono state presentate ieri all’Alighieri, alla presenza dell’artista, del soprintendente Antonio De Rosa, del direttore artistico della stagione, Angelo Nicastro, e dello storico dell’arte Giovanni Gardini.