La repubblica galassia

A Faenza la mostra ’La casa della Via Lattea’ nella chiesa di S. Maria dell’Angelo

La repubblica galassia

Gli artisti e organizzatori davanti ad una esposizione della mostra

Che forma avrebbe la quotidianità sulla Terra se l’intera galassia fosse un’unica repubblica? E’ il quesito cui tenta di dare risposta il duo artistico Antonello Ghezzi – composta da Nadia Antonello e Paolo Ghezzi – nella mostra ‘La casa della Via Lattea’, curata da Giovanni Gardini, che inaugurerà domani, sabato 7 settembre, alle 18 nella chiesa di Santa Maria dell’Angelo di Faenza. Al centro della mostra un lungo nastro di luce proteso verso il soffitto si illumina a vari intervalli, in contemporanea ogni volta con la caduta sulla Terra di un meteorite – o di una stella cadente, come sono più noti al pubblico – captato dal radiotelescopio con sede a Medicina, nel Bolognese, cui è collegato in tempo reale.

La mostra, che ha visto le sue prime edizioni in Libano, Cile e Argentina, è composta di vari elementi site specific progettati dal duo di artisti proprio per la sua tappa manfreda, come bandiere blu che raffigurano la Via Lattea, uffici della cittadinanza – dove ognuno può timbrare e portare con sé il proprio passaporto galattico – o dei desideri smarriti, cui confidare i propri sogni nella speranza di ritrovarli. Il cuore della mostra è l’installazione alta tredici metri ‘Under the same sky’, composta dall’unione di vari frammenti di stoffa blu recuperati da un magazzino solarolese distrutto dall’alluvione del 2023, sui quali gli artisti hanno dipinto le stelle che fanno parte della galassia. L’opera non sarà l’unica di questo tipo a vedere la luce nel corso della mostra: "Ai visitatori – spiega Nadia Antonello – chiediamo infatti di portare qui un pezzo di stoffa blu che non utilizzano più, per creare collettivamente altri due ‘frammenti di cielo’. In occasione dell’inaugurazione verrà eseguita una composizione – un ‘Inno della Via Lattea’ – che il musicista palestinese Yousef Sakhnini ha scritto appositamente. Musica che Sakhnini, originario di Haifa, una laurea triennale all’università di Al-Quds e una specialistica a Bologna, ha composto nei ritagli di vita che gli consente un’esistenza nella prigione a cielo aperto della Cisgiordania – come ha evidenziato in un messaggio letto da Nadia Antonello – in cui le giornate sono scandite dai continui attraversamenti dei checkpoint, dalle incessanti perquisizioni, e spesso dalle prese in custodia arbitrarie eseguite dalle forze dell’ordine. La mostra sarà visitabile fino al 12 gennaio 2025, dal giovedì alla domenica, dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 18.30.

Filippo Donati