
Le idee: il 4 novembre o il 28 aprile. "L’ingresso principale della Basilica non è quello attuale, ma quello simmetrico rispetto all’abside".
Almeno un giorno l’anno si potrebbe cambiare la porta di accesso a San Vitale e mostrare la Basilica così come la si vedeva in origine: solo così, infatti, si può ammirare la magnificenza della chiesa. E la data potrebbe essere proprio il giorno di San Vitale, un martire cristiano, venerato come santo dalla Chiesa cattolica che lo ricorda il 4 novembre; ma si potrebbe pensare anche al 28 aprile, anniversario della consacrazione della basilica, data in cui l’arcivescovo metropolita di Ravenna-Cervia, Lorenzo Ghizzoni, sta valorizzando la figura di San Vitale e in passato ha personalmente celebrato la messa.
La proposta è arrivata l’altra sera durante la presentazione del libro di Osiride Guerrini (SBC edizioni di Ravenna) "Di piazza in piazza" da parte di Antonio Patuelli presidente del gruppo La Cassa di Ravenna e anche neo presidente della Commissione Italiana per l’Unesco. "La Basilica di San Vitale è l’unica Basilica al mondo che contiene assieme l’iconografia religiosa e quella civile con i cortei di Giustiniano e Teodosio. Ma oggi – ha spiegato Patuelli – l’ingresso è distorto: quello principale non è la discesa che molti fanno dalla scaletta e nemmeno quello dei flussi turistici dal giardino. L’ingresso vero è simmetrico rispetto all’abside ed alla zona musiva di San Vitale, costruito così perché dall’ingresso si provasse, frontale e immensa, l’emozione del complesso absidale. Oggi l’ingresso di San Vitale è visibile andando nel secondo chiostro e da lì si vede San Vitale attraverso una porta di vetro sempre chiusa che propongo invece di aprire almeno una volta all’anno, per esempio il giorno di San Vitale".
Esperto e appassionato di storia anche locale, Patuelli ha setacciato la città piazza per piazza, svelando scenari di storia sconosciuta e porzioni di una città che per 350 anni dall’inizio del 400 alla metà del 700 è stata capitale. "Il libro di Osiride Guerrini è tutto da leggere e già il titolo è emblematico. Non ci sono tante città in Italia che abbiano un complesso di piazze così articolato: ma Ravenna è policentrica, come lo sono la sua storia e la sua cultura e la città ne è il riflesso. Qui il cardo ed il decumano non si incontrano in un’unica piazza, come avviene di solito: qui lo sviluppo è stato multicentrico per una ragione ben precisa". Poi la partenza del giro tra le piazze e il colpo di scena della piazza che "non si vede". "La capitale imperiale è visibile nel Mausoleo Imperiale, quello di Galla Placidia e la piazza che non si vede è proprio qui: questo è il centro imperiale, tra largo Giustiniano e l’ex Caserma Gorizia, ora parcheggio, e il complesso monastico". Particolare attenzione merita lo slargo tra San Vitale e Santa Maria Maggiore che "è magico, ed è emblematico perché distingue l’ambiente bizantino da quello romano con il primo campanile che è la premessa dei minareti e l’altro è il classico campanile dell’esarcato".
Giorgio Costa