Se l’azienda rimanesse “in capo ai medesimi soggetti che l’hanno gestita sino ad ora“, sin incapperebbe nel rischio di accumulare “ulteriori debiti“.
Un “concreto pregiudizio“ quello che ha spinto il collegio civile del tribunale di Ravenna, presieduto dal giudice Mariapia Parisi, a dichiarare “non fondato“ il reclamo presentato dalla milanese Hdp22 srl, precedente gestore della nota discoteca rivierasca, contro il decreto cautelare con il quale il giudice Piervittorio Farinella il 20 marzo scorso aveva disposto il sequestro giudiziario del ramo d’azienda ’Pineta’ di Milano Marittima; e contro l’ordinanza con cui il 28 marzo il provvedimento era stato confermato.
Da allora sono due i fatti nuovi che hanno riguardato il locale, nessuno dei quali ha tuttavia inciso sull’ordinanza di reclamo. Ovvero Manta, società legata al noto stilista fiorentino Roberto Cavalli, ha iniziato con il nuovo corso dopo avere raggiunto un accordo per l’affitto con la proprietà dei muri, Romagna srl, e con il curatore Claudio Colatorti. Quindi a inizio mese la corte d’appello di Bologna, in seguito
a specifico reclamo, a causa di un difetto di notifica ha revocato la decisione con cui il 4 dicembre scorso il tribunale di Ravenna aveva dichiarato l’apertura della liquidazione giudiziale per la ravennate Andromeda srl, società che aveva ceduto il Pineta ad Hdp22.
I giudici ravennati, dopo avere rilevato “l’eccezione di incompetenza in favore del tribunale delle imprese di Bologna“, hanno precisato che “va condivisa nelle sue linee generali la ricostruzione effettuata dal giudice di primo grado“ salvo che per una precisazione numerica: “Il prezzo indicato per la cessione, non era pari a 150 mila euro“ pagati “mediante accollo di debito per 102.625 euro e versamento di 47.374 euro“, non versati al 31 dicembre scorso. Ma “a soli 47.374 euro“: la quota 150 mila euro per i giudici “altro non è che il valore dell’azienda al lordo dei debiti accollati“. Ciò significa che “il corrispettivo per la cessione non è stato pagato per intero“ e non nella misura di “poco meno di un terzo“. Anzi, “le disposizioni di bonifico effettuate da Hdp22 con causale ’pagamento fattura’ per conto Andromeda, sono state del tutto arbitrariamente imputate in conto prezzo“.
In quanto ad Hdp22, era stata “costituita solamente il 17 marzo 2022“, cioè “cinque giorni prima della cessione“. Inoltre “è riconducibile a Marco Amadori, medesimo soggetto a cui è riconducibile Andromeda“ tramite “le società Marcmore e Anonima sas“. Se ne deduce che era “a conoscenza del pregiudizio arrecato ai creditori di Andromeda“. Su questo fronte, il ragionamento prosegue dal passivo di Andromeda: “Circa un milione e 500 mila euro“. E se la gestione del Pineta retrocedesse, il rischio è che “Hdp22 accumuli ulteriori debiti e disperda il valore dell’azienda“. Dopotutto - continua l’ordinanza - “in poco più di un anno Hdp22 ha accumulato un debito da 47.374 euro per la cessione dell’azienda e da 142.332 euro per il mancato pagamento del canone di locazione“ culminato in una “convalida dello sfratto per morosità“.
Andrea Colombari