Brisighella (Ravenna), 21 ottobre 2024 – Tra capre e pecore, sono una ventina i capi - di proprietà dell’azienda agricola brisighellese Cà ad Là - sbranati in pieno giorno da un branco di lupi.
L’episodio risale alla tarda mattinata di ieri. Rabbia e sgomento nelle parole del titolare dell’azienda, l’allevatore Gionata Venzi: “Gli animali – racconta – erano al pascolo in un recinto elettrificato, proprio per proteggerli dai lupi. Purtroppo le piogge copiose di sabato e anche di ieri mattina hanno fatto 'saltare' l’impianto, con i selvatici che ne hanno subito approfittato entrando nel recinto e facendo una vera e propria strage. Uno fa investimenti e lavora sodo tutto l'anno per perdere tutto quanto in un istante. E tutto questo mentre ancora stiamo aspettando i ristori per i danni provocati da alluvione e frane. Ora dovrò spendere altri soldi per fare denuncia, smaltire i capi divorati dal lupo e come sempre vedremo indennizzi irrisori, sempre se li vedremo. Poi mi sento dire che anche il lupo, poverino, deve mangiare; ok, ma anche noi dobbiamo mantenere le nostre imprese e le nostre famiglie”.
Dopo l’ennesimo episodio interviene anche il Direttore di Coldiretti Ravenna, Assuero Zampini: “La proliferazione del lupo – osserva - è in netto aumento e gli attacchi sempre più frequenti. Questo sta minando il lavoro di pastori e allevatori, un lavoro eroico, perché fatto in zone difficili e che ora sta divenendo ancora più complesso e oneroso per via delle calamità legate al clima. Oltre a dover fare la conta dei danni diretti, ossia quelli relativi agli animali uccisi, gli allevatori subiscono anche pesanti perdite economiche indirette, per i quali non è prevista alcuna forma di indennizzo”.
In seguito agli attacchi da lupi, infatti, oltre agli animali che si disperdono (e se le carcasse non vengono trovate l’allevatore non ha nemmeno diritto al risarcimento), c’è da mettere in conto lo stress subito dagli animali. che provoca aborti e drastiche riduzioni della produzione di latte. Tutti fattori che comportano enormi danni economici. “I risarcimenti – prosegue Zampini - dovrebbero quindi essere congrui, tenendo conto dei danni diretti e indiretti subiti perché i soldi pubblici non sono certo un arricchimento o un aiuto indebito, ma solo un dovuto sostegno a chi deve ricostituire un’azienda compromessa.
Ci troviamo a dover lottare contro chi dipinge l’agricoltore come usurpatore del territorio quando, invece, l’agricoltore è il primo custode dello stesso. Semmai è ora che il problema della scomparsa di greggi e mandrie vada letta per quello che è, ossia il perfetto esempio di un equilibrio perduto a causa dei mancati provvedimenti assunti per contenere in maniera adeguata i selvatici. Quello che forse sfugge a molti è il fatto che serve responsabilità nella difesa dei tanti pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantire la bellezza del paesaggio, contro degrado, frane e alluvioni che minacciano anche la città”. Sempre nel brisighellese, una decina di giorni fa, in quel caso a San Ruffillo, i selvatici entrarono nel cortile di un’abitazione uccidendo un cane e ferendone un secondo.